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Introduzione

 

Nel corso della mia attività di responsabile della Biblioteca Medica dell’ASL 5 di Collegno, riordinando gli antichi libri di medicina e di psichiatria, mi sono tra l’altro imbattuto in uno scaffale che conteneva una serie di volumi di Charcot, tra cui le dispense, non rilegate e molto in disordine, della “Iconographie photographique de la Salpétrière”, tre annate (1877, 1888, 1889) corredate ognuna da circa quaranta fotografie scattate dal collaboratore e fotografo ufficiale di quell’ospedale, un medico interno di nome P. Regnard.

Nel testo è descritta la vita, le manifestazioni della malattia, le vicende umane e familiari di 23 donne ricoverate nel servizio di Monsieur Charcot come “isteriche”.

Osservando le fotografie (alcune, poche, mancano) sono stato non solo interessato ma anche commosso da queste immagini, da queste donne che trascorsero la loro vita in un ambiente familiare, sociale e di lavoro sovente descritto minuziosamente da Charcot e dai suoi collaboratori, per approdare infine in questo ospedale, la “Salpétrière”, allora universalmente conosciuto per gli studi di neurologia, ed essere definite affette da isteria, quella malattia oggi in disuso, allora estremamente diffusa e classificata in tutti i suoi aspetti dal positivista Charcot e dalla sua scuola.

La “scuola della Salpétrière” attirava un gran numero di medici, sia per la serietà degli studi e ricerche, sia per il fascino di Charcot, che nelle sue “leçons” utilizzava anche l’ipnosi, con risultati brillanti e spettacolari, tanto da affascinare anche il giovane Sigmund Freud, che si recò alla Salpétrière per alcuni mesi, tra il 1885 ed il 1886:

Freud tra l’altro scrisse nella sua relazione “Io avevo dunque la possibilità di vedere un gran numero di pazienti, visitandoli io stesso e ascoltando l'opinione di Charcot su di essi. Ma ancor più prezioso della nuova esperienza così acquisita, sembra essere stato lo stimolo fornitomi, nei cinque mesi trascorsi a Parigi, dal costante contatto scientifico e personale con il professor Charcot”.

Immaginavo quindi il giovane Freud che si aggirava tra queste ricoverate ed iniziava stimolato da Charcot a costruire le fondamenta della psicoanalisi, ponendo in relazione le manifestazioni dell’isteria con le vicende della vita e dell’ambiente di queste persone.

Charcot iniziò ad utilizzare l’ipnosi come strumento di ricerca e di terapia con le persone isteriche; Freud, che assisteva a questi fenomeni, sempre nella relazione sul suo viaggio a Parigi, scrisse:

“Non ho neppure trascurato l'opportunità di formarmi un'opinione personale sul fenomeni così strani e così poco creduti dell'ipnotismo, e soprattutto del grand hypnotisme descritto da Charcot. Con stupore ho potuto riscontrare che vi sono in questo campo fenomeni assolutamente inoppugnabili, eppure talmente strani da non poter esser creduti se non da chi vi ha assistito personalmente. D'altro canto però non ho potuto minimamente riscontrare in Charcot una particolare preferenza per i fenomeni strani e inspiegabili, né la tendenza a sfruttarli a fini mistici. Anzi, egli considerava l'ipnotismo come un campo di fenomeni da lui scientificamente descritti, proprio come anni prima la sclerosi a placche o la distrofia muscolare.”

Ho pensato quindi di riprodurre tutte queste fotografie, di scegliere per ognuna di queste pazienti le notizie della vita e del ricovero che pensavo più significative e di raccogliere il tutto utilizzando questo strumento informatico in CD-Rom ed in rete.

Ho raccolto notizie su Charcot e la sua scuola, dalle precise ed entusiastiche parole di Freud, dalla biografia del “Centre Hospitalier Charcot”, al capitolo “Le diagnostic d’Hystérie et I'épidémiologie de la maladie”, tratto dal libro di Jan Goldstein, “Consoler et classifier, l’essor de la psychiatrie française” del  1997, in cui si afferma che

“Il rinnovamento della diagnosi d'isteria e il suo porsi su una solida base positivista formavano soltanto la prima fase del lavoro di Charcot su questa malattia. Fin dalla fine degli anni 1870, aveva iniziato a studiare l'applicazione dell'ipnosi alle sue pazienti isteriche, e questo tipo d'esperienza che aprì gradualmente la via al concetto di "sdoppiamento della personalità" e permise di introdurre il ruolo dell’inconscio nella patologia mentale, offre un caso affascinante e tipicamente fine secolo di un processo dialettico attraverso cui il positivismo più convinto finisce per giungere alla legittimazione del dominio della insensatezza”.

Anche da queste parole si intuisce quanto l’esperienza di Freud presso Charcot abbia potuto essere stimolante e significativa per l’evoluzione del suo pensiero.

Anche Charcot apprezzava Freud, da lui scelto per tradurre in tedesco alcune sue opere: esiste anche una fotografia di Charcot, con una dedica autografa che dice "Mr le Dr. Freud. Souvenir de Salpêtrière, 1886, 24 février », in cui Charcot è raffigurato in posa “napoleonica”.

Ho inoltre cercato di proporre una raccolta di fotografie dell’epoca, trovate in rete, che raffigurano il personaggio, la sua epoca e la sua scuola.

Ancora alcune parole su demoni, streghe, esorcismi: Charcot nei suoi scritti sull’isteria stabilisce un parallelismo tra i fenomeni dell’isteria e la demonologia medievale.

Egli afferma che i fenomeni legati all’isteria

« ..ne sont pas un produit de la civilisation moderne qu'on accuse peut-être plus qu'il ne convient d'engendrer des maladies du système nerveux. Elles ont existé probablement de tout temps, et sans remonter aux ages bibliques - qui nous en fourniraient bien des exemples - nous rappellerons que ce sont ces phénomènes morbides qui ont conduit au bûcher un nombre, hélas! trop considérable de malheureuses femmes, atteintes à des degrés divers d'hystérie. L'ignorance, mère de toutes les superstitions, leur faisait accepter la véracité de tous les récits étranges qu'on leur faisait du prestige des oeuvres du Démon. Les prêtres et les moines entretenaient soigneusement les populations dans la crainte du diable, cette création aussi lucrative que stupide: contes de la veillée et prédications de la chaire catholique produisaient les mêmes résultats. Et, la nuit, les femmes au système nerveux malade, revoyaient en rêves, dans leur sommeil tourmenté, toutes les scènes dont on les avait entretenues. Au réveil, semblables aux hystériques dont nous avons relaté l'histoire, elles étaient convaincues de la réalité de ces productions de leur imagination ».(« Iconographie photographique de la Salpétrière ».

Anche Freud sostiene che

« …già il medioevo aveva optato per questa soluzione spiegando la causa dei fenomeni isterici con la possessione da parte del demonio; sarebbe bastato dunque sostituire la terminologia religiosa di quell'epoca oscura e superstiziosa con quella scientifica dell'epoca attuale. ….La teoria della nevrosi… una volta sostituito il "demonio" della fantasia ecclesiastica con una formula psicologica, coincide perfettamente con la concezione medievale”.(Necrologio di Charcot”

Ho quindi raccolto in un unico capitolo tutti gli scritti su “possédées, sorcières, et démonologie”, una serie interessante ed impressionante di racconti tratti da opere medievali, talvolta corredati da incisioni dell’epoca, fedelmente riprodotte.

 

 Chi volesse navigando in rete consultare le opere di Charcot riprodotte in originale può fare riferimento al sito

http://charcot.bum.jussieu.fr/

 

Ringrazio per la preziosa consulenza la signora Michèle Brown, esperta in informatica.

 

Giorgio Tribbioli

 

giorgiotribbioli@libero.it

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