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ENRICO MORSELLI E LA BIBLIOTECA DEL REGIO MANICOMIO DI TORINO (1880-1889)

 

 

Germana Pareti

Dipartimento di Filosofia. Università di Torino

 

Il lavoro si propone di illustrare un capitolo circoscritto dell’opera scientifica di Enrico Morselli, il quale durante la sua attività di Direttore del Manicomio torinese ne incrementò la Biblioteca , arricchendola di testi e riviste secondo l’impostazione positivistica tipica dell’epoca.

 

This research aims at illustrating a particular feature of the Italian psychiatrist E. Morselli, interested in the development of the library in the lunatic asylum of Turin and Collegno in the late nineteenth century.

 

Parole-chiave: Biblioteca manicomiale, Torino, Morselli.

Key words: Psychiatric library, Turin, Morselli.

 

 

      L’approfondimento della figura e dell’opera scientifica di Enrico Morselli sembra rivestire attualmente ben poche sorprese dopo gli importanti contributi che gli dedicarono soprattutto Michele Schiavone e Patrizia Guarnieri, ai quali si devono rispettivamente un mirabile intervento alle Giornate di studio “Anna Maria Battista” a Genova nel settembre 2003 e un’esaustiva monografia che lo inquadra nel contesto del positivismo italiano.[1] Agli storici della filosofia e della psichiatria, Morselli, psichiatra e antropologo di origini modenesi, è noto oltre che per l’interesse verso lo spiritismo e per la critica sferrata a Freud e alla psicoanalisi, anche per essere stato a lungo (per tre decenni, a partire dal 1889) primario del manicomio genovese e docente alla locale cattedra di Clinica psichiatrica.

      Meno risaputa è invece l’esperienza che Morselli maturò a Torino, allorché nel 1880, a soli 28 anni, proveniente da Macerata - dove era stato direttore del locale manicomio - fu chiamato alla direzione del Regio Manicomio, successore di Giovanni Stefano Bonacossa, dopo una breve parentesi del dottor Michelangelo Porporati, che fu il primo Medico Primario delle sede di Collegno. Già con Bonacossa l’organizzazione del manicomio torinese aveva goduto di un impulso notevole, grazie ai rapporti scientifici che il primario aveva stretto con i direttori dei maggiori ospedali psichiatrici europei.[2]  E Morselli sarebbe proseguito nella direzione impartita dal suo predecessore.

      Ora, il presente lavoro ha per oggetto non tanto la storia dell’istituzione manicomiale torinese nel periodo a cavallo tra Otto e Novecento (che è ben documentata), quanto piuttosto la ricostruzione di un capitolo circoscritto della storia della biblioteca annessa all’ospedale psichiatrico, che dalla sede storica di via Giulio si ampliò a comprendere quella distaccata di Collegno.

      Nel 1998 il Centro di Documentazione sulla Psichiatria mise a disposizione di studiosi e di appassionati il materiale documentario relativo al patrimonio architettonico e culturale facente capo all’ospedale psichiatrico di Collegno, situato nella Certosa, che era stata ceduta dai padri certosini al Regio Manicomio del capoluogo intorno alla metà dell’Ottocento. Dal materiale posseduto dalle biblioteche medico-scientifiche[3] e dagli archivi del  Manicomio di Torino, Giorgio Tribbioli, che fu il responsabile del Centro di Documentazione sulla Psichiatria, Biblioteca Medico-Scientifica ed Archivio Storico degli Ospedali Psichiatrici di Torino, ha messo capo ad alcune pubblicazioni, ora rinvenibili anche nel sito www.psichiatriaestoria.org (in collaborazione con Ezio Cristina) che, oltre a fornire notizie importanti sulla storia manicomiale (non solo torinese), consentono anche di individuare l’opera dei vari direttori nel contesto dell’evoluzione della scienza psichiatrica a cavallo dei due secoli. Tra i medici che impressero una svolta alla direzione del locale manicomio e che furono attivi a incrementare l’annessa biblioteca fu certamente Morselli, il quale al primariato abbinò anche la docenza universitaria.[4]

      Gli ultimi vent’anni dell’Ottocento costituiscono un periodo fondamentale per la medicina psichiatrica torinese, oltre che italiana. Alla presenza del principe Amedeo di Savoia, nel 1885, era stato inaugurato l’Istituto neuropatologico annesso al manicomio; nei laboratori di Torino e di Collegno erano state rese obbligatorie le autopsie e le indagini microscopiche e batteriologiche. Alla direzione dei laboratori chimico e anatomo-patologico giunsero alcuni allievi di Camillo Golgi, e più precisamente Antonio Marro e Cesare Martinotti. Il patologo Benedetto Morpurgo fu direttore del laboratorio anatomo-patologico nella sede distaccata di Collegno  a partire dal 1887. Ma ulteriori segnali significativi dello sviluppo su basi scientifiche della psichiatria torinese traspaiono anche dall’evidente arricchimento del patrimonio librario. Nella fattispecie, la biblioteca medica venne concepita come il naturale “complemento” del laboratorio: un luogo in cui fossero raccolte le opere più notevoli nell’ambito dell’anatomia (normale e patologica), della fisiologia, delle malattie del sistema nervoso, nonché della psicologia e dell’antropologia.                                                                                                                 

      Alcuni i fatti salienti di quel periodo. Nel 1880 fu approvato il primo regolamento elaborato dal condirettore Cav. Angelo Perotti: la biblioteca si sarebbe dovuta sviluppare come “essenzialmente psichiatrica”, destinata ai docenti ma anche agli studenti. L’art. 2 sanciva che fosse stabilita una dotazione annua per l’acquisto delle opere e delle riviste più pregevoli “nelle lingue maggiormente conosciute nel nostro paese”, cioè periodici nazionali e stranieri (in particolare francesi, inglesi, tedeschi). Nel complesso, gli 11 articoli del regolamento prevedevano la figura di un direttore e di un assistente e ne fissavano i compiti; stabilivano orari e norme per il prestito, così come venivano specificati i cataloghi (alfabetico e delle opere “gradite”) e i registri (della distribuzione e dei desiderata del pubblico). Nello stesso anno fu stipulato l’abbonamento (a lire 16 annue) al periodico “Archivio di Psichiatria e Antropologia criminale” diretto da Cesare Lombroso, abbonamento che sarebbe proseguito fino al 1908. Lo stesso Morselli, che nel 1881 aveva fondato la “Rivista di filosofia scientifica”, arricchì la biblioteca con periodici di sua personale proprietà  da conservarsi un  un apposito scaffale. Nel frattempo Morselli offriva in omaggio alcune sue pubblicazioni e opere scritte a quattro mani con i suoi collaboratori, in particolare con Gabriele Buccola, da lui considerato un assistente di capacità eccezionali. Tra questi lavori un manuale di Psicologia sperimentale di Buccola (1883), e la sua introduzione alle Lezioni di Psicologia patologica e clinica psichiatrica (1881).[5]                                       

      Qui di seguito l’elenco delle opere e dei saggi donati dal primario:

La trasfusione del sangue,

Omicidio improvviso, tentativo di suicidio, lipemania allucinatoria. Perizia medica,

La mente di Carlo Livi,

In causa di parricidio,

In causa di fratricidio,

Contributo alla fisiopatologia del simpatico cervicale nell’uomo,

Patogenesi dell’epilessia,

Coprostasi ostinata,

Utilità di un manicomio consorziale negli Abruzzi,

Contributo allo studio delle localizzazioni cerebrali,

Sul lavoro agricolo e industriale nei manicomi,

Influenza del magnetismo sulla vita animale.                                                                                       

 

      Nel frattempo la Direzione acquistava altri volumi, complessivamente otto per il prezzo totale di 110, 25 lire. Si trattava di opere di Jean-Martin Charcot, B. Ball, Hugo von Frey e Richard von Krafft-Ebing e di altri autori, tuttora posseduti dalla biblioteca. Nelle acquisizioni librarie si riverberava l’impostazione “organicistica” sostenuta da Morselli, secondo il quale le cause delle malattie mentali e nervose dovevano essere rintracciate nelle alterazioni fisiche del cervello e del sistema nervoso, individuate per mezzo dell’anatomia patologica e degli esami di laboratorio, pur senza disconoscere la “specificità e la priorità della componente psicologica” su quella neurofisiologica nell’approccio alla malattia mentale.

      Sempre nel 1880 furono avviate ricerche preliminari al fine di pubblicare un locale “Gazzettino del Manicomio”. La delibera, piuttosto travagliata, di pubblicare una rivista del Regio Manicomio risaliva al 18 aprile di quello stesso anno. Tra il 1880 e il 1882 divennero “prassi ordinaria” le proposte di acquisto, per quanto vi fossero difficoltà a pagare le parcelle al libraio Loescher, le cui fatture erano di importo superiore al prezzo pattuito, a seguito della mancata disdetta ad alcuni abbonamenti di periodici. Questo inconveniente sortì l’effetto di regolamentare in futuro con maggior precisione l’acquisto di libri e riviste, ma comportò anche la rinuncia all’acquisto di alcune opere.

      Che fossero sorti problemi nella gestione della biblioteca è testimoniato anche da una lettera scritta da Morselli (uno stralcio della quale figura in una delle monografie a cura del Centro di Documentazione sulla Psichiatria)[6] dove il direttore lamentava l’impossibilità di controllare personalmente il prestito di libri e giornali. Rassicurato sulla sua “non responsabilità” circa l’eventuale indebita asportazione di opere dalla biblioteca, Morselli fu riconfermato direttore. In quella stessa occasione gli venne riconosciuto il merito di aver contribuito all’arricchimento e  all’ampliamento della biblioteca, ora frequentata soprattutto da medici interni. Studenti e medici universitari esterni vi potevano accedere solo con “permessi individuali di frequentazione”.[7]

      Frattanto, a seguito dei successivi ampliamenti dell’ospedale di Collegno, nel 1883 si stabilì che anche il personale sanitario della sede distaccata potesse usufruire delle pubblicazioni scientifiche possedute dalla biblioteca della sede centrale di Torino, e che vi fosse uno scambio tra il materiale in abbonamento a Torino e quello della succursale. Alla fine di ogni anno, poi, tutti i periodici sarebbero stati riversati e conservati nell’edificio torinese.

      Proficui continuavano a essere gli scambi con  l’Università di Pavia, in particolare con Golgi, il quale nel 1885 donò una copia della sua opera fondamentale sulla fine anatomia degli organi centrali del sistema nervoso. Oltre agli elenchi delle opere da acquistare, in quello stesso anno, fu promosso un nuovo regolamento “con norme più razionali e precise”, al fine di metter capo a un catalogo che limitasse i danni  delle perdite del posseduto. Due anni più tardi, vide finalmente la luce la pubblicazione del “Gazzettino del Manicomio”, proposta sette anni addietro proprio da Morselli, il quale tuttavia ora era in procinto di trasferirsi a Genova, chiamato dalla locale Università. Oltre a Buccola, Morselli ebbe come aiuto Eugenio Tanzi, il quale lo seguì a Genova, prima di diventare direttore del manicomio di Firenze. A Torino Morselli fu sostituito da Marro, che completò la sua lunga attività di Medico Capo Divisione, e fu in seguito Primario e Direttore delle due case, di Torino e di Collegno. Sotto la direzione di Marro, andò finalmente in porto il progetto della pubblicazione del locale gazzettino manicomiale.

      Sotto Morselli, presso la biblioteca del Regio Manicomio si concretò l’esigenza di promuovere un sapere specialistico che non fosse disgiunto da orientamenti generali del pensiero di natura filosofica, antropologica, psicologica, nell’ambito  delle cosiddette “scienze dell’uomo”. Questa prospettiva prendeva forma soprattutto nell’interesse verso le acquisizioni della stampa periodica, nella quale maggiormente si attuava lo scambio di idee e la collaborazione con le succitate discipline, ma anche con la freniatria, l’igiene, la psichiatria forense e la medicina legale. Oltre alla menzionata “Rivista di filosofia scientifica”, Morselli contribuì all’“Archivio per l’antropologia e l’etnologia”, alla “Rivista sperimentale di freniatria”; collaborò all’“Archivio di scienze penali e antropologia criminale”, fondato da Cesare Lombroso nel 1880, e al “Giornale della Società Italiana d’Igiene”, di cui era membro direttivo.

      Infine, due capitoli a parte dovrebbero riguardare l’interesse peculiare di Morselli verso spiritismo e magnetismo che, nel periodo torinese, ebbe come oggetto l’opera dell’ipnotizzatore da palcoscenico Donato, al quale egli stesso si sottopose nel 1886, nonché la battaglia intrapresa contro i mezzi di contenzione, che lo vide isolato nell’ambiente di via Giulio. Forse, anche a seguito di questi contrasti, Morselli diede le dimissioni nel 1888 dall’ospedale torinese, e chiese il trasferimento a Genova, che ottenne di lì a poco. Ma questi aspetti sono ben documentati nel lavoro della Guarnieri ed esulano dall’oggetto della presente ricerca.                                                                                                                                                         

      Qui di seguito invece l’elenco (in ordine cronologico) di alcune delle più importanti acquisizioni bibliotecarie (tuttora possedute dal Fondo Antico) nel periodo della direzione di Morselli:

        1880: Ball B., Leçons sur les maladies mentales, Paris, Asselin.

1880: Marro Antonio, Dell’arte della vita, Torino, Roux e Favale.

1880: Ranvier Louis-Antoine, Leçons d’anatomie générale, Paris, Baillière.

1880: Wundt Wilhelm, Grundzüge der physiologischen Psychologie, Leipzig , Engelmann.

1881: Sergi Giuseppe, Teoria fisiologica della percezione, Milano, Dumolard.

1881: Wundt Wilhelm, Trattato di fisiologia umana, Napoli, Pasquale.

1882: Bizzozero Giulio, Manuale di microscopia clinica, Milano, Vallardi.

1883: Cohnheim Julius, Lezioni di patologia generale, 2 voll., Napoli, Jovene.

1884: Cornil André-Victor e Ranvier Louis-Antoine, Manuel d’Histologie pathologique, 2 voll., Paris, Alcan.

1885: Krafft-Ebing Richard (von), Trattato clinico-pratico delle malattie mentali, Torino, Bocca.

1886: Hertwig Oscar, Trattato di embriologia dell’uomo e dei vertebrati, Milano, Vallardi.

1886: Moebius Paul Julius, Allgemeine Diagnostik der Nervenkrankheiten, Leipzig, Vogel.

1886: Mondino Casimiro, Ricerche macro e microscopiche sui centri nervosi, Torino, Unione Editrice Tipografica.

1886: Wundt Wilhelm, Elements de psychologie physiologique, Paris, Alcan.

1887: Charcot Jean-Martin, Leçons du mardi a la Salpétrière , Policlinique, 1887-8, Paris, Progrès Medical, Delahaye.

1887: Krafft-Ebing Richard (von), Psychopathia sexualis, Stuttgart, Enke.

1887: Marro Antonio, I caratteri dei delinquenti, Torino, Bocca.

 

                                                                                                                                                

Si ringraziano Giorgio Tribbioli per la proficua collaborazione e Alessandro Bargoni per il commento su alcuni temi e questioni della presente ricerca.

 

Correspondence should be addressed to: Pareti G., Via Pellico, 7, 15100 – Alessandria, Italia.

 

 

Bibliografia

 

Centro di Documentazione sulla Psichiatria, Biblioteca Medico-Scientifica ed Archivio Storico degli Ospedali Psichiatrici di Torino, 1997, Catalogo per Autori del Fondo Antico, Collegno, Regione Piemonte, Azienda Regionale U.S.L. 5.

 

Guarnieri, P., 1986, Individualità difformi. La psichiatria antropologica di Enrico Morselli, Milano, Angeli.

 

Morselli, E., 1908, Psicologia e spiritismo, 2 voll., Torino, Bocca.

 

Schiavone, M., 2003, Medicina e filosofia in un medico genovese di fine Ottocento, Enrico Morselli. In:    www.unige.it/centrint/unige03/cisi03.html

 

Tribbioli, G. (ed.), 1998. Dalla Certosa Reale di Collegno all’Ospedale Psichiatrico, Collegno, Centro di Documentazione sulla Psichiatria, Biblioteca Medico-Scientifica ed Archivio Storico, Regione Piemonte, Azienda Regionale U.S.L. 5.

 


[1]Cfr. l’intervento di Schiavone, 2003, Medicina e filosofia in un medico genovese di fine Ottocento, Enrico Morselli, sul sito www.unige.it/centrint/unige03/cisi03.html; e inoltre Guarnieri (1986).

[2]Si veda il contributo di Bargoni (2008), Il lungo viaggio di Stefano Bonacossa tra i mentecatti d’Europa, negli Atti del presente Convegno.

[3]Dal 1973 la biblioteca dell’ospedale psichiatrico di Collegno comprende anche il patrimonio librario della biblioteca medica di Torino, raggiungendo i 14.000 volumi.

[4]Si trattava di una norma del regolamento albertino del 1837, cfr. Guarnieri, (1986) p. 24. Nel 1848, la direzione del manicomio di Torino, per la prima volta in Italia, chiese che fosse istituita una cattedra per l’insegnamento della psichiatria. Questa fu affidata nel 1850 a Stefano Bonacossa, che la tenne fino alla morte, nel 1878.

[5] Per un elenco completo delle opere di Morselli, cfr. Guarnieri (1986).

[6] Centro di  Documentazione sulla Psichiatria (1997).

[7] Ivi. Ma cfr. anche Tribbioli (1998).