Giovanni Marro - Francesco Toris, Ossessioni Un antropologo e un artista nel manicomio di Collegno a cura di Gabriele Mina Besa Editrice, 2009
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Abstract Da un lato Giovanni Marro, psichiatra e antropologo, impiegato nei primi del ’900 nel Regio Manicomio di Collegno (Torino). Dall’altro lato T.F. [Francesco Toris], brigadiere dei carabinieri, internato a Collegno con la diagnosi di paranoia. Fra di loro un impressionante manufatto: una scultura di ossa bovine provenienti dalla cucina del manicomio, denominata Nuovo Mondo. Nell’arco di cinque anni Toris cesella finemente centinaia di ossa, trasformandole in figure fantastiche e decorazioni, per poi assemblarle insieme, senza l’aiuto di chiodi o colla. I destini si divideranno: Toris morirà nell’oscurità del manicomio, dopo più di vent’anni di internamento; Marro lascerà la psichiatria per le campagne di scavo in Egitto e la fondazione del Museo di Antropologia di Torino. Resta il Nuovo Mondo, che si è salvato entrando nella collezione museale di Marro e viene oggi considerato un capolavoro dell’arte irregolare. Resta un articolo del 1913, Arte Primitiva e Arte Paranoica, dove Marro - fra categorie psichiatriche ed estetiche - si confronta/scontra con l’universo di Toris. A corredo una serie di fotografie, contributi e interviste sul Nuovo Mondo e sui temi, sempre più dibattuti, che intercorrono fra antropologia, arte e psichiatria. Struttura del saggio: Pre-testi: Gabriele Mina I frutti della pianta intristita. Intorno ad Arte Primitiva e Arte Paranoica (1913) di Giovanni Marro Testi: pubblicazione integrale dell’articolo di Giovanni Marro Arte Primitiva e Arte Paranoica (1913) documentazione fotografica della scultura di Francesco Toris (fotografie di Marro e di Cristina Marinelli) Con-testi: Maria Teresa Dolfin Un discorso ridotto all’osso. Una lettura psicoanalitica del Nuovo Mondo di Francesco Toris Giorgio Tribbioli Il mondo di Collegno Rischiare un corpo a corpo - conversazione con Bianca Tosatti Le anime del bosco: Davide Mansueto Raggio - conversazione con Gian Franco Vendemiati Il Museo di Antropologia ed Etnografia dell’Università di Torino e la collezione di Art Brut a cura di Donatella Minaldi e Gianluigi Mangiapane Il curatore: Gabriele Mina (Savona, 1973) è insegnante e libero ricercatore in antropologia. Ha pubblicato saggi e articoli scientifici intorno ai rituali del tarantismo mediterraneo, alla storia del corpo, ai temi del diverso e del mostruoso. Per Besa Editrice cura la collana la cattiva strada.
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