ANTONIO MARRO
(di Giovanni Marro)
31 dicembre 1840 – 5 giugno 1913
ANTONIO MARRO moriva in Torino il 5 giugno 1913.
Grande lavoratore, d'ingegno vasto e profondo, ricco di civili virtù Egli lascia impronta indelebile quale criminalista, psichiatra, sociologo e filantropo.
Antonio Marro nacque in Limone Piemonte, villaggio alpestre in provincia di Cuneo, nel 1840. Fin da giovinetto additato quale esempio di tenacia e di forza di volontà, conseguì, in mezzo a gravi strettezze economiche, la laurea in Medicina e Chirurgia nell'Università di Torino, all'età di 23 anni.
Stampò nel primo anno di laurea una prima monografia «Sul nuoto in rapporto con l’educazione fisica».
Dopo due anni d'esercizio medico nella Marina militare, accettò la condotta aspra e montuosa del paese natio e la tenne per diciassette anni, mettendo a dura prova la sua robusta fibra.
Mente elevata di studioso, carattere temprato alle lotte per la vita, animo squisitamente buono, portato ad estrinsecare i frutti dello studio e dell'esperienza personale, fra i disagi e le fatiche dell'esercizio della professione Egli pur riuscì a raccogliere e ad elaborare tutti i materiali opportuni dei suoi principi di educazione positiva, che pubblicò nel 1880 sotto il titolo di “Guida all’arte della vita”. Libro eminentemente educativo, nel quale aleggia la grande bontà dell'Autore e che rivela già, insieme ad un ingegno colto e versatile, la tempra di un profondo pensatore bene indirizzato allo studio ed alla risoluzione di alti problemi sociali.
Nel 1882, perduta da tre anni la moglie, modesto ma conscio del proprio ingegno, nella fede di essere chiamato ad espandere in più estesa cerchia il patrimonio personale di esperienza e di scienza, coi quattro suoi figlioletti, Egli venne a stabilirsi a Torino, occupando il posto di sanitario al Carcere Giudiziario. Nei due anni successivi il Prof Lombroso lo chiamò pure ad assistente al Gabinetto di Medicina Legale. Contemporaneamente frequentò il Laboratorio Chimico d'Igiene Municipale della Città, e attese allo studio delle lingue.
Durante questi anni diede alle stampe numerose memorie, alcune in collaborazione col Prof. Lombroso stesso, molte da solo, tra le prime: “I germi della pazzia morale nei fanciulli”, “Sul mancinismo e ambidestrismo nei normali e delinquenti”; fra le seconde: “Studi psicometrici sui mattoidi e pazzi morali” , e, importantissima, quella “Sull’influenza dell’età dei genitori sui caratteri psicofisici dei figli”, lavoro quanto mai originale, col quale veniva ad aprire un nuovo campo di studio all'antropologia ed alla sociologia. Pubblicò inoltre il libro “I Carcerati”, tradotto poi in portoghese, che con bella veste letteraria comprende uno studio di fine psicologia improntato ad una pietosa bontà per i disgraziati che servirono di soggetto al lavoro.
Presentava intanto il lavoro “I Caratteri dei Delinquenti” al Concorso Internazionale di antropologia criminale di Roma indetto dalla “Rivista delle Discipline Carcerarie”
Nel 1885, nominato medico capo di divisione nel Regio Manicomio di Torino, lasciava per coprire tale carica il servizio di medico delle Carceri.
Nel 1886, ottenuto il premio di lire duemila al concorso di Roma, dava alle stampe “I Caratteri dei Delinquenti”, opera poderosa per mole ed altrettanto per densità di dati e di osservazioni, di idee e di concetti. In essa le indagini sui delinquenti abbracciano l'antropometria, la biologia, la psicologia, le condizioni sociali; per mezzo suo Egli contribuì potentemente ad elevare a dignità scientifica una materia che in gran parte era ancora caotica, poco sfrondata dal pregiudizio popolare. E difatti tale lavoro, tradotto poi in francese, venne a far testo in argomento, colla metodica classificazione dei delinquenti, i quali erano stati prima considerati sotto un tipo unico; ond'è che Antonio Marro poté essere chiamato il Jussieu dell'antropologia criminale.
Nonostante la cura delle sue cariche esercitate sempre con tanto scrupolo, l'amore per la scienza che tanto lo assorbiva ed il necessario esercizio privato della medicina, Egli attese in modo esemplare alla migliore educazione dei figli da cui non volle mai staccarsi e per i quali, affettuosa madre e vigile padre ad un tempo, a tutto seppe bastare: oscuro eroe di tenerezza, di lavoro, di coraggio.
Come nel Paese natio, come nelle Carceri, così pure nel Manicomio Egli sempre prodigò, con indefessa operosità, i grandi tesori di bontà, di pratica, di scienza, di cui era così dovizioso, a pro degli infermi a lui affidati.
Spirito eminentemente umanitario Egli vedeva in ogni aberrazione della morale e della mente non già la colpa, il peccato, bensì la disgrazia, la debolezza, la grande influenza del fattore morboso. Il concetto informatore di tutta la sua vita, sia nella pratica che nella scienza, lo esprime Egli stesso con tutta semplicità nel primo periodo della sua prima opera: “Nel corso della mia vita io ho sempre sentito una profonda simpatia per i deboli, gli infelici, e provato un vivo desiderio, quasi un vero bisogno, di adoperarmi a sollevarli dalle loro miserie e disgrazie”
E se la sua parola ascoltata suonò talvolta severa ed accusatrice nelle Aule Giudiziarie, fu sempre vindice del debole e monito alla società in favore della prevenzione del crimine e della follia: “Il processo Romboli, contributo allo studio della pazzia transitoria da avvelenamento alcolico”, potente requisitoria contro l’alcolismo, è di ciò un grande attestato.
Nel 1888 Antonio Marro fondava gli “Annali di Freniatria e Scienze affini del R.Manicomio di Torino”, la cui direzione e redazione egli sempre tenne e teneva tuttora. I vari volumi di tale periodico raccolgono gran parte della successiva sua opera scientifica: documento di grande ininterrotto lavoro, di versatile manifestazione di un ingegno poderoso.
Nel 1886 egli conseguì la libera docenza in psichiatria. Nel 1889 ottenne la nomina di membro della R. Accademia di Medicina di Torino. Nel 1890 gli veniva conferita la carica di Medico Primario del Manicomio e quindi estese le sue funzioni di Direzione Sanitaria anche alla Casa di Collegno.
Di un lungo permesso si valse per visitare i principali Manicomi d'Europa e per perfezionarsi nella chimica biologica in vari Laboratori della Germania.
Il merito principale di Antonio Marro, nei primi anni del passaggio al Manicomio, fu appunto l'impulso dato allo studio del ricambio materiale nelle malattie mentali, facendone conoscere l'utilità per la diagnosi, prognosi, terapia, dietetica. Colle numerose memorie relative la sua opera si estese anche nel campo della biologia generale, e controllata ed apprezzata, servì di base a molte ricercare di altri psichiatri e biologi, riuscendo quanto mai feconda ed utile nella scienza e nella pratica: “Esami analitici sulle orine di persone lipemaniache”,”La peptonuria nelle orine dei paralitici”, “L’acetonuria e la paura”, “Lavoro mentale e ricambio materiale”, “Il ricambio materiale nelle malattie mentali”, “Ptomaine nelle orine degli alienati” sono i principali suoi lavori compiuti in questo campo, schiusosi al suo ingegno innovatore e pratico.
Spirito indagatore, dotato di memoria potente, di tutti i fenomeni, di tutti i fatti che cadevano sotto la sua osservazione ricercava le cause, le origini, il significato; li classificava, li coordinava finché ne scaturiva qualche concetto sintetico, qualche utile osservazione. In tale lavorio continuo della mente Egli si astraeva ben sovente da tutto quanto lo circondava, oblioso anche delle sofferenze fisiche e morali. Proseguì così ininterrottamente a pubblicare lavori di indole generale, di terapia, di osservazioni nosologiche ecc. fra cui: “Degenerazione ed encefalopatia”, “La pazzia nelle donne”, “La pazzia gemellare”, “Effetti di prolungate suppurazioni nella paralisi progressiva”.
Nel 1897 dava alle stampe la prima edizione del volume “La Pubertà”, di cui aveva dato varie preventive comunicazioni fin dal 1894. Figlia legittima della “Guida all’Arte della Vita”, come Egli stesso la definisce, “La Pubertà studiata nell’uomo e nella donna, in rapporto all’antropologia, alla psichiatria, alla pedagogia ed alla sociologia”, è monografia completa, redatta con criterio tutto personale, di questo così fortunoso periodo della vita dell'uomo, opera mirabile per ricchezza e pregio di ricerche, di osservazioni, di concetti, nella quale sopratutto si esplica l'elevato spirito riformatore ed educatore di Antonio Marro. “La Pubertà” contribuì potentemente al moderno indirizzo nell'educazione della gioventù e potrà ancora presiedere a molte riforme in tutto il campo sociale: poderoso monumento contro la degenerazione e l'eredità morbosa.
Nel 1900 pubblicava una seconda edizione del libro, in cui venivano più ampiamente sviluppate la parte antropologica e la parte profilattica. Nel 1901, sotto la direzione del Marie e con prefazione del Magnan, compariva la traduzione francese.
Modesto, schivo degli onori e della pubblicità, Egli non coltivò mai la scienza per desiderio di mietervi allori e tanto meno lucro; come operava il bene per amore del bene, così lavorava per amore del lavoro. Fiducioso che la sua opera si sarebbe imposta per il valore intrinseco non ricercò né provocò mai il giudizio lusinghiero di chissisia.
Non appartenne mai a nessun partito. In ogni suo giudizio ed in ogni sua azione fu libero e sereno; rispettava le opinioni di tutti, ma all'opinione altrui, quando ne dissentiva, mai conformò la propria condotta. Generoso anche con avversari e nemici sempre rifuggì dalle armi sleali, che ben sovente vennero contro di lui impugnate. In dolorose vicende della vita ebbe però conforto ed aiuto di provate amicizie.
Nel 1900 Egli fondò e fino al 1910 presiedette l'Istituto Medico Pedagogico pei fanciulli deficienti in Torino. Dal 1907 era Presidente della Società di Patrocinio pei poveri dimessi dal Manicomio.
La legge del 1907 sui Manicomi lo trovò fin già dal 1903 Direttore Sanitario delle Case Manicomiali di Torino e di Collegno e Direttore di esse fu-fino al termine della vita.
Lustro e decoro del Manicomio di Torino al quale consacrò 28 anni della sua esistenza, ispirato sempre al bene e al progresso, aspro baluardo contro ogni meschinità di concetto, Egli seppe imprimere e mantenere in questo Istituto tale una modernità di indirizzo da renderlo modello di organizzazione e cura manicomiale. Scrupoloso nell’adempimento del dovere, non autoritario, incitava soprattutto con l’esempio i dipendenti, amante più di fare che di fare eseguire, non rifuggì mai da alcuna responsabilità, sentiva altamente la dignità della propria carica, e geloso delle sue prerogative, tenacemente, a fronte scoperta, combatté per mantenerle intatte.
Nel Manicomio ed in ogni altro luogo dove si esplicò la sua azione di cura e di conforto ebbe sempre dagli umili soprtutto venerazione ed affetto. La sua bontà e la sua forza morale gli valsero sempre un grande ascendente sugli alienati; ed una prova recente la si ebbe l'anno scorso quando, durante la grave rivolta dei criminali nel Manicomio di Collegno, affrontò e disarmò da solo un pericoloso e gagliardo pazzo morale che, ultimo alla resa, armato di lungo pugnale, ancora rappresentava grave pericolo per i presenti.
La sua operosità che il peso degli anni e le cure del Manicomio non valevano a diminuire, continuò ad esplicarsi in svariati campi: ora psichiatra, ora criminalista, ora sociologo ed educatore.
Portò così nuovi contributi allo studio dell’età pubere a sostegno ed a maggiore sviluppo delle proprie teorie e fra questi: “Evolution psychologique humaine à l’époque pubère”, “Impulso automatico al parricidio nell’epoca puber”. La monografia “La Psichiatria e l’educazione pubblica” gli confermò la fama di buon -volgarizzatore della scienza; la conferenza “La scuola e la lotta antialcoolistica” quella di strenuo campione contro l'alcoolismo. Nella memoria presentata l'anno scorso al Congresso dell'Eugenica in Londra tornò a trattare dell'influenza dell'età dei genitori sui caratteri psico-fisici dei figli, riscotendo larga messe di approvazione in tutto il mondo civile.
Da qualche anno poi attendeva ad una nuova opera: “I fattori cerebrali dell’omicidio e la profilassi educativa”. Di essa aveva già stampato due parti: 1° - “L'iperestesia psichica e l'omicidio”; 2= - “L'automatismo impulsivo”. Della terza parte, a cui Egli ancora lavorava nei primi giorni della malattia che doveva poi ben tosto rapirlo alla scienza ed al nostro affetto, curerò io stesso la pubblicazione. Attestato di perfetta limpidità mentale, l'opera rappresenta in complesso un lavoro altamente originale, ammirevole, come ogni altro suo volume, per messe di dati e di osservazioni personali e per modernità di indirizzo.
Sintesi della forza di una robusta razza di montanari, Antonio Marro seppe rendersi patrimonio personale e conservare fino all'ultimo quell'ingegno lucido e profondo col quale impresse così durevoli e profondi solchi nella scienza, quell'energia di volontà che gli faceva quasi rifiorire il fisico di fronte al cumulo del lavoro e delle preoccupazioni, quella forza indomita di animo e di carattere che impavido e sereno gli fece sempre fronteggiare le avversità della vita, che sdegnoso di qualsiasi transazione non lo fece mai derogare da quella morale elevatissima che pochi sanno comprendere e che pochissimi seguono.
Da oltre un anno minato dal male, Egli avrebbe preteso e con sereno stoicismo sopportato qualsiasi atto operativo giudicato necessario od opportuno. Purtroppo, il lavoro che tutto lo assorbiva, le preoccupazioni di ogni natura che tanto negli ultimi anni lo incalzavano, gli preclusero la possibilità di sottoporsi al serio studio clinico, a cui lo esortava il figlio chirurgo, e che, in tempo utile, avrebbe potuto dare indicazione della cura efficace.
Solo sul letto di morte, concentrato negli sforzi penosi per superare il primo tardo tentativo di cura, egli dovette comprendere la gravità del male che lo possedeva, e risentire l'amarezza del dubbio di non poter assistere al trionfo delle sue ultime aspirazioni, nel quale aveva pur sempre avuto fede incrollabile.
Ed ancora in quella lotta estrema, stoica, dignitosa contro il male, Antonio Marro dava a noi, suoi figli, angosciati e riverenti, un ultimo esempio di quella grandezza di animo e di mente sempre compagna alla sua vita austera, vita consacrata tutta al lavoro e compendiata in un apostolato del bene e del dovere
5 luglio 1913. Giovanni Marro
Sull'educazione fisica (Tesi di laurea), 1863.
Il nuoto in rapporto coll'educazione fisica, 1863.
Guida all'Arte della Vita, 1880.
L'igiene rurale, 1881.
L'igiene delle abitazioni rurali, 1881.
1 germi della pazzia morale nei fanciulli (in collaborazione con Lombroso)-
Sul mancinismo ed ambidestrismo nei normali e delinquenti (in collaborazione con Lombroso).
Studi sulle fisionomie di criminali tedeschi (in collab. con Lombroso).
Sugli ultimi studi di antropologia criminale in Europa (in collab. con Lombroso).
Studi psicometrici sui mattoidi e sui pazzi morali.
Sull'influenza dell'età dei genitori nei caratteri psicofisici dei figli.
Reato di stupro in alienato.
I Carcerati, 1885.
1 Caratteri dei Delinquenti, 1887.
Esami analitici sulle orine di persone lipemaniache, Giornale della R.Accademia di Medicina di Torino, 1887.
La peptonuria nelle orine dei paralitici, di un nuovo criterio diagnostico della paralisi progressiva desunta dall'esame delle orine, Giornale della R.Accademia di Medicina di Torino, 1888.
Lavoro mentale e ricambio materiale, Annali di Freniatria e Scienze Affini, 1889-
La razione alimentare nell'alienato povero, Annali di Freniatria ecc., 1889.
Il Manicomio di Torino, Annali di Freniatria ecc., 1889-1891.
Caso di melanconia antica guarita in seguito a spavento, Annali di Freniatria ecc., 1889.
Degenerazione od encefalopatia? Contributo allo studio dei deliri sistematizzati, Annali di Freniatria ecc., 1889.
Sul’eliminazione del fosfato di magnesia nell'atrofia muscolare progressiva; Annali di Freniatria ecc. 1889.
Sull'acetonemia come causa di morte non infrequente fra gli alienati. Sua relazione colla paura, Annali di Freniatria ecc., 1889.
Frenosi coreica, Annali di Freniatria ecc., 1889.
L'acetonuria e la paura, Giornale della R.Acc. di Medicina di Torino, 1890.
Virtù curativa della sospensione nell'epilessia, Annali di Freniatria ecc., 1890.
Le iniezioni di succo testicolare negli stati di indebolimento mentale (in collaborazione con Rivano), Annali di Freniatria ecc., 1890.
Sur les mesures a prendre pour les enfants coupables de fautes ou d'infractions, Rapporto al quarto Congresso Penitenziario Intern.di Pietroburgo, 1890.
Psicosi Tossica prodotta da cosmetico a base mercuriale, Annali di Freniatria ecc., 1891.
La Pazzia nelle Donne, Annali di Freniatria ecc., 1891.
Sui Caratteri della Donna Criminale, Rapporto al Congresso Internazionale Antropologico di Parigi.
Cura della sospensione in un caso di vertigine neurastenica, Giornale della R.Accademia di Medicina di Torino.
Sulle differenze eziologiche della pazzia nella donna e nell'uomo, Giornale della R. Accademia di Medicina di Torino.
Il servizio psichiatrico nelle prigioni del Belgio, Annali di Freniatria ecc., 1891.
Ancora dell'iniezione di succo testicolare negli alienati, Ann. di Fren. ecc., 1891.
Il processo Romboli, contributo allo studio della pazzia transitoria da avvelenamento alcoolico, Annali di Freniatria ecc., 1892.
La Pazzia Gemellare, Annali di Freniatria ecc., 1893.
Il Manicomio di Torino, Annali di Freniatria ecc., 1893.
Il cantaridato di potassa nella frenosi paralitica, Annali di Fren. ecc., 1893.
Studi sperimentali sul cloralosio (in collaborazione con Lombroso), 1893.
La Puberté, ses rapports avec l'Anthropologie, la Physiologie et la Psychiatrie, Bulletin de la Société Mentale du Belgique, 1894.
Effetti di prolungate ed abbondanti suppurazioni nella paralisi progressiva con applicazioni terapeutiche (in collab. con Ruata), Annali di Fren. ecc., 1895.
La Pubertà, suoi rapporti coll'Antropologia, colla Fisiologia, colla Psichiatria e colla Pedagogia, Annali di Freniatria ecc., 1895-97.
Giudizio peritale in causa di nullità di testamento, Annali di Fren. ecc., 1896.
Contribuzione allo studio dei deliri di origine ípnagogica, Annali di Freniatria ecc., 1896.
La cura del delirio acuto colle lavature gastriche, Annali di Fren. ecc., 1898.
Psicopatologia forense, Osservazioni e giudizi peritali, Annali di Freniatria ecc., 1899-1901.
Sulla funzione della Società di patrocinio pei poveri dimessi dal Manicomio, Annali di Freniatria ecc., 1899.
I recidivi alienati studiati secondo la forma e secondo l'epoca delle recidive, Annali di Freniatria ecc., 1899.
La febbre tiroide nel Regio Manicomio di Torino, Annali di Fren. ecc., 1899.
Il rimedio contro gli impulsi alla masturbazione, Annali di Freniatria ecc., 1900.
La Pubertà, 2a edizione, 1901.
I morti del Regio Manicomio di Torino secondo la religione dal 1821 al 1900, Annali di Freniatria ecc., 1901.
Idiota microcefalo, Atti della Società Romana di Antropologia, 1903.
La Psichiatria nell'educazione pubblica, Annali di Freniatria ecc., 1904 - 2a Edizione, Collezione “Scientia” - Rosemberg et Sellier, 1905.
Movimento della delinquenza in Italia nel quinquennio 1897-1901, Annali di Freniatria ecc., 1905.
Il divorzio dal punto di vista antropologico, Volume di onoranze al professore Morselli, 1906.
L'iperestesia psichica e l'omicidio, Congresso Internazionale d'Antropologia criminale in Torino, 1906.
La psychologie de la puberté, Communication au Congrès International de Psychologie à Amsterdam, 1907.
Influence of the puberal development upon the moral character of children of both sexes, The american journal of sociology.
Note sul movimento statistico del Regio Manicomio di Torino nel 1907, Annali di Freniatria ecc., 1908.
Movimento statistico nel Regio Manicomio di Torino nel 1908, Annali di Freniatria ecc., 1909.
I fattori cerebrali dell'omicidio e la profilassi educativa – L'iperestesia psichica, Annali di Freniatria ecc., 1908. - L'automatismo impulsivo, Annali di Freniatria ecc., 1910.
Evolution psychologique humaine à l'époque pubère, Traité International de psychologie pathologique, Paris, 1910.
L'Automatisme dans la Criminalité, Revue Philosophique, 1910.
Impulso automatico al parricidio nell'epoca pubere, Ann. di Fren. ecc., 1911.
Sulla natura del genio, Risposta al prof. Vlavianus, Ann. di Fren. ecc., 1911.
Osservazioni in merito alla questione dei rapporti fra ginecologia e psichiatria, Annali di Freniatria ecc., 1912.
Rendiconto statistico-sanitario pel Regio Manicomio di Torino nel 1911, Annali di Freniatrìa ecc., 1912.
Influenza dell'età dei genitori sui caratteri psicofisici dei figli, Comunicazione al primo Congresso dell'Eugenica in Londra, 1912.
Relazione sullo stato mentale di Maggi Francesco (in collab. con Raimondi), Annali di Freniatria ecc., 1913.
Annali di Freniatria e Scienze Affini, volume I-XXIII, anno 1888-1913.