La sindrome del burnout analizzata sul campo
6.1 Introduzione
Dopo aver compreso in modo chiaro il concetto di burnout e
dei relativi strumenti di misura, entriamo nel campo della ricerca
diretta del fenomeno in contesti organizzativi.
Questa ricerca è rivolta agli operatori non-medici dei
servizi territoriali del Dipartimento Interaziendale di Salute Mentale
5b diretto dal professore Pier Maria Furlan.
Il progetto di ricerca è stato strutturato in diverse fasi
con obiettivi specifici.
Si vuole fotografare, anzitutto, la qualità
del clima organizzativo attraverso la somministrazione di un
protocollo multidisciplinare strutturato in 5 sezioni che rilevano sotto
diversi aspetti il fenomeno del
burnout e la capacità di gestione del quotidiano.
6.2 Gli scopi
▪Conoscere il fenomeno e il defenomeno dello stress
dentro le organizzazioni, al fine di promuovere il miglioramento della
qualità della vita nei servizi socio- sanitari.
▪Verificare se il livello di burnout e/o di stress
rilevato corrisponde alla reale
situazione dagli operatori, grazie ai focus group attivati
nella seconda fase.
6.3 I metodi e le procedure di ricerca
Lo studio si è
svolto in sette fasi:
1. presentazione
della ricerca nei diversi servizi
2. somministrazione
del protocollo a piccoli gruppi
3. analisi dei dati
4. restituzione dei
risultati
5. somministrazione
di un questionario per rilevare l’interesse riguardo al progetto
6. focus group:
confronto tra esperienze, discussione per eventuali progetti di
intervento sulla base delle esperienze personali
7. rielaborazione dei
dati rilevati nei focus group.
Lo strumento
utilizzato è il protocollo multi-dimensionale in allegato (Appendice2).
La presentazione
della ricerca è avvenuta durante le riunioni d’equipé settimanali
nei diversi servizi.
Il protocollo è
stato presentato e fornito come strumento in auto-somministrazione
svolta in piccoli gruppi, ad orari concordati con i responsabili dei
servizi e gli operatori interessati dal progetto.
La somministrazione
si è svolta tra Dicembre 2004 a Settembre 2005.
6.4 Il campione
Il campione è composto di 68 operatori sanitari reclutati
presso le seguenti strutture
afferenti al Dipartimento Interaziendale di Salute Mentale 5b diretto
dal professor Pier Maria Furlan:
fonte:
documenti DISM prof Pier Maria Furlan
Gli operatori costituenti il campione sono afferenti ai
seguenti servizi territoriali:
-Centro di Salute Mentale di Grugliasco
-Centro di Salute Mentale di Orbassano
-Alloggi Supportati -Collegno
-Grugliasco
-Orbassano
-Centro Crisi L’Accoglienza
-Inserimento
Eterofamiliare Supportato per Adulti DSM 5b
Al fine di poter comprendere quale possa essere il carico di
lavoro per i soggetti facenti parte del campione segue una breve
descrizione dei servizi di afferenza:
Il Dipartimento di Salute Mentale è la sede organizzativa
dei servizi a questo afferenti e rappresenta la forma organizzativa che
garantisce unità di programmazione e gestione di tutte le attività
territoriali e ospedaliere.
Centro di Salute Mentale: è la struttura territoriale base,
cui fanno capo l’attività ambulatoriale e domiciliare, di presa in
carico e di continuità terapeutica. E’ la sede organizzativa degli
operatori e del coordinamento dei progetti terapeutico-riabilitativi e
socio-riabilitativi.
Alloggi Supportati:
Inserimento Eterofamiliare Supportato per Adulti:
-Centro Crisi L’Accoglienza: è una struttura che accoglie in regime di volontariato pazienti già in
trattamento ed espressamente indirizzati dai Centri di Salute Mentale
per far fronte a situazioni considerate transitorie e riducibili con
trattamenti intensivi di supporto psico-riabilitativo e
psico-farmacologico.
L’attività si svolge 24 ore al giorno per 365 giorni
l’anno.
6.4.1 Descrizione
Sociodemografica
Il gruppo studio è costituito dal 29% di soggetti di sesso
maschile e dal 71% di sesso femminile
Sesso
|
Maschi
|
Femmine
|
Totale
|
20
|
48
|
68
|
L’età media del campione è di 38,5 (range 26-63 anni).
Età
|
23-30
|
31-40
|
41-50
|
51-59
|
N. D.
|
Totale
|
3
|
29
|
15
|
4
|
17
|
68
|
Il livello medio
di istruzione è di 12,78 anni.
Titolo
di studio
|
Media inf
|
Media Sup.
|
Media Sup.+ Sp
|
Laurea
|
N. D.
|
Totale
|
4
|
12
|
35
|
7
|
10
|
68
|
I soggetti inclusi nel campione sono tutti operatori
sanitari dei servizi afferenti al Dipartimento Interaziendale di
Salute Mentale 5b con differenti qualifiche.
Posizione
lavorativa
|
OTA/OSS
|
Infermiere Generico
|
Infermiere Profess.
|
Educatore Profess.
|
N. D.
|
Totale
|
2
|
7
|
21
|
28
|
10
|
68
|
Gli anni di lavoro svolto presso il servizio tutt’ora di
riferimento
Anni
lavorati
nel
servizio
|
da 0.1 a 5
|
da 6 a 10
|
da 11 a 20
|
da 21 a 34
|
N. D.
|
Totale
|
15
|
19
|
17
|
4
|
13
|
68
|
Validità dei protocolli sommnistrati
Nessun protocollo è stato scartato in quanto tutti sono
stati dettagliatamente compilati.
6.5 Gli strumenti di valutazione utilizzati
Gli strumenti utilizzati sono distinti per le due fasi del
progetto:
Fase 1: somministrazione a piccoli gruppi del protocollo
multi-dimensionale (allegato: appendice 2), composto da sei parti
distinte.
Il protocollo è stato redatto con il dottor Ezio Cristina
(relatore e responsabile del progetto)
dopo un’attenta analisi dei fattori che si volevano valutare
per poter fotografare il clima dell’ambiente lavorativo nei diversi
servizi e quindi poter progettare un intervento sperimentale.
Fase 2: focus group utilizzato
come tecnica per l’espressione a piccoli gruppi della rilevanza
dell’oggetto d’indagine del progetto e del coinvolgimento emotivo
dato dal confronto diretto con altre persone.
6.5.1 Struttura del
Protocollo multi-dimensionale (allegato in
Appendice 2)
Parte A
DATI ANAGRAFICO PROFESSIONALI
Sono
stati richiesti i dati socio-demografici
Parte B
IMMAGINE DEL SERVIZIO
Analizza
il sistema di opinioni che gli operatori hanno sviluppato circa
l’organizzazione in cui operano.
Parte C
LEADERSHIP
Indaga
la percezione e le opinioni degli operatori nei confronti delle figure
professionali che controllano e gestiscono il servizio in cui essi
lavorano.
Parte D
ATTIVITÀ
LAVORATIVA E COINVOLGIMENTO EMOTIVO
Per
l’operatore che lavora continuamente a contatto con le persone, lo
stress cronico può logorare emotivamente e può condurre al burnout.
Il
burnout è un fenomeno ormai abbastanza noto per le professioni di
“aiuto” e si caratterizza per la presenza di sintomi da esaurimento
emotivo, depersonalizzazione e ridotta realizzazione personale. Le
conseguenze del burnout sono potenzialmente molto pericolose per il
personale, per gli utenti e per le istituzioni all’interno delle quali
essi interagiscono.
Alla
luce di queste considerazioni, abbiamo ritenuto opportuno inserire,
all’interno del protocollo di valutazione, il “Maslasch Burnout
Inventory”, strumento che ha una taratura nazionale anche su campioni
specifici di operatori sanitari.
Il Maslach Burnout Inventory (MBI)
Il Maslach Burnout Inventory (MBI) di Maslach e Jackson
(1986) è un test finalizzato alla valutazione del burnout nel personale
che opera nei servizi sociosanitari e nelle istituzioni educative
(medici, infermieri, educatori, assistenti sociali, insegnanti),
risulta, quindi, essenziale per la pianificazione di programmi di
intervento specifici.
Il MBI è composto da 22 items che misurano 3 dimensioni
indipendenti della sindrome di burnout, ciascuna individuata da una
specifica scala. La frequenza con cui il soggetto sottoposto al test
prova le sensazioni relative a ciascuna scala è saggiata usando una
modalità di risposta a 6 punti, i cui estremi sono definiti da
“mai” ed “ogni giorno”.
Inoltre il MBI concepisce il burnout non come una variabile
dicotomica che può essere soltanto presente o assente, ma piuttosto
come una variabile continua che rispecchia i diversi livelli dei
sentimenti in gioco.
Le scale che costituiscono il MBI sono:
• Esaurimento
emotivo (9 item), che esamina la sensazione di essere inaridito
emotivamente ed esaurito dal proprio lavoro;
• Depersonalizzazione
(5 item), che misura una risposta fredda ed impersonale nei
confronti degli utenti del proprio servizio;
•Realizzazione
personale (8 item), che valuta la sensazione relativa alla
propria competenza e al proprio desiderio di successo nel lavorare con
gli altri.
Ognuno di questi tre aspetti è misurato da una sottoscala e
si ottengono quindi tre punteggi da considerare separatamente.
I punteggi vengono divisi in tre categorie:
Bassi quando si trovano nel terzile inferiore della
distribuzione normativa del gruppo professionale considerato,
Medi nel terzile medio
Alti nel terzile superiore.
|
Punteggio
Basso
|
Punteggio
Medio
|
Punteggio
Alto
|
Esaurimento
Emotivo
|
0 - 13
|
14 - 22
|
> 23
|
Depersonalizzazione
|
0 - 2
|
3 - 5
|
>
6
|
Realizzazione
Personale
|
>
39
|
33 - 38
|
0
- 32
|
Il grado di burnout dipende dai punteggi delle tre scale e
viene definito Alto per punteggi alti nell’Esaurimento emotivo
e nella Depersonalizzazione e bassi nella Realizzazione personale, Basso
per il pattern opposto e Medio per punteggi medi nelle tre
scale.
Per la correzione si può utilizzare l’apposita griglia che
evidenzia le risposte da sommare per ciascuna sottoscala.
Parte E
STRATEGIE
DI ADATTAMENTO
(COPING)
Lo
stress è definito come reazione psicofisica ad ogni pressione o evento
impegnativo che si verifica nel corso della vita.
Nessuno
è immune dallo stress, ma il modo in cui può ripercuotersi sulla
salute psicofisica della persona, dipende in larga misura da come la
persona stessa è in grado di gestirlo.
Lo
stress può avere una valenza positiva, in quanto scatena risorse che le
portano verso la realizzazione di progetti; oppure, assumere connotati
molto negativi che hanno gravi ripercussioni sia sul benessere fisico
che psicologico.
Alla
luce di queste considerazioni, abbiamo ritenuto opportuno inserire,
all’interno del protocollo di valutazione, il “Coping Inventory for
Stressful Situations”.
Il Coping Inventory for Stressful Situation - CISS
(Endler e
Parker, 1990).
Gli Autori hanno isolato
una serie di comportamenti tali che fossero in accordo con le due
funzioni di coping che hanno un’accettazione generale, il problem
solving e la emotion regulation. Lo strumento chiede di
indicare la loro risposta "tipica" in diverse situazioni del
quotidiano (ad es., "...in che misura mette in atto questo tipo di
attività quando si deve confrontare con situazioni difficili,
stressanti, disturbanti?").
Questo
strumento è una scala di autovalutazione ed è composto da tre
sotto-scale (operativo, emozionale ed evitante):
task-oriented:
evidenzia come la persona riesce a focalizzare il problema
emotion-oriented:
evidenzia le emozioni che scaturiscono in determinate situazioni
avoidance-oriented:
evidenzia come la persona cerca di evitare il problema
Comprende 48 items, 16
per ciascun fattore.
Le persone che hanno un
punteggio alto nella sotto-scala della capacità operativa (task-oriented)
adottano generalmente un comportamento di problem-solving tecnico e
rigido; un punteggio alto nella sotto-scala dell’orientamento emotivo
(emotion-oriented) evidenzia una risposta alle situazioni stressanti di
eccessiva preoccupazione e ansia; un punteggio alto nella sotto-scala
delle strategie evitanti (avoidance-oriented) rileva comportamenti di
“supporto” o distraesti rispetto al problema.
E’ uno strumento sviluppato in maniera rigorosa, con un
approccio ben bilanciato tra la parte razionale e quella empirica ha
mostrato ottime caratteristiche psicometriche e può essere considerato,
al momento, lo strumento tecnicamente meglio riuscito. Tuttavia, il CISS
copre solo l’aspetto generale del problema lasciando scoperte le
singole situazioni e irrisolti alcuni problemi quali, ad esempio,
l’essere limitato a tre fattori che valutano una tendenza generale del
soggetto, non riflettendo la complessità e l’eterogeneità del coping
(Luciano Conti, 1990).
Per la correzione
si può utilizzare l’apposita griglia che evidenzia le risposte da
sommare per ciascuna sottoscala.
Parte F
STATO
EMOTIVO
La
rabbia è un sentimento che può soggiacere alla frustrazione e
determinare tensioni psico-emotive a diversi livelli che possono
sfociare anche in comportamenti aggressivi.
Per
queste ragioni, abbiamo ritenuto necessario inserire all’interno del
protocollo di valutazione un questionario adatto all’identificazione
di questo tipo di sentimento: lo “State-Trait Anger Expression
Inventory”.
Il
State-Trait Anger Expression Inventory (STAXI)
E’
una scala di autovalutazione, composta da 44 items, che valuta
sentimenti ed espressioni della rabbia e che può essere somministrata
sia ad adolescenti che ad adulti. Non ci sono limiti di tempo nella
somministrazione, ma solitamente necessita di 15 minuti per essere
completata.
Il
questionario è diviso in tre parti. Ogni parte contiene un certo numero
di affermazioni con cui le persone descrivono i propri sentimenti e i
propri comportamenti quotidiani o i sentimenti provati in risposta a
eventi specifici.
Vengono
descritte sei scale e due sottoscale:
Rabbia
di stato 10 items S-rabbia;
Rabbia
di tratto 10 items T-Rabbia;
Rabbia
rivolta all’interno 8 items AX-In;
Rabbia
rivolta all’esterno 8 items AX-Out;
Controllo
della rabbia 8 items AX/com
Espressione
della rabbia 24 items AX/EX
I
punteggi della scala tra il 25° e il 75° percentile costituiscono il
valore normale. Gli individui che, ad esempio, hanno dei punteggi
elevati della scale Espressione della Rabbia
provano forti sentimenti di rabbia che possono essere repressi
oppure espressi in comportamenti aggressivi.
Per la correzione si può utilizzare l’apposita griglia che
evidenzia le risposte da sommare per ciascuna sottoscala.
Capitolo 7
Risultati della ricerca
L’
analisi dei dati derivanti dal Maslach Burnout Inventory ha permesso di
avere un confronto tra i diversi servizi focalizzando l’attenzione su
tre aspetti:
EE esaurimento
emotivo, ovvero la sensazione di essere inaridito emotivamente dal
proprio lavoro, alti punteggi (media 21,36) segnalano un alto grado di
burnout;
DP depersonalizzazione,
misura la qualità di risposta all’utenza, bassi punteggi (media 3,84)
segnalano un alto grado di burnout;
PA realizzazione
personale, valuta la sensazione della propria competenza e del
proprio desiderio di successo nel lavorare con gli altri, la media del
campione in esame riporta un punteggio alto (media 34,23) segnalano un
basso grado di burnout.
tabella 1
|
DATI MBI*
|
SERVIZI DSM
|
EE
|
DP
|
PA
|
1
|
19,1
|
4,1
|
36,2
|
2
|
21,7
|
6,7
|
33
|
3
|
14,3
|
5,4
|
28,7
|
4
|
12
|
1
|
44
|
5
|
25,75
|
3,25
|
31
|
6
|
14,25
|
2,75
|
34,75
|
7
|
18,2
|
3,7
|
32
|
Media Totale
|
21.36
|
3,84
|
34,23
|
* i dati segnati in rosso
evidenziano il livello critico maggiormente a rischio di burnout; i dati
segnati in verde evidenziano il livello a rischio più basso di burnout
tabella
1.1
Punteggio
normativo
|
Punteggio
Basso
|
Punteggio
Medio
|
Punteggio
Alto
|
Esaurimento
Emotivo
|
0 - 13
|
14 - 22
|
> 23
|
Depersonalizzazione
|
0 - 2
|
3 - 5
|
>
6
|
Realizzazione
Personale
|
>
39
|
33 - 38
|
0
- 32
|
Come si
evince dalla tabella riassuntiva dei dati del MBI non c’è un servizio
con livelli critici a maggiore rischio burnout
presentati contemporaneamente nelle tre sottoscale. Alti livelli
di EE (esaurimento emotivo) sono controbilanciati da punteggi elevati
nella sottoscala PA (realizzazione personale).
Al
Coping Inventory for Stressfull Situation i valori espressi dalla media
totale del campione preso in esame ha evidenziato che le persone
utilizzano prevalentemente strategie orientate alla soluzione diretta
della situazione stressante e
strategie di coping orientate all’evitamento della situazione stessa
tramite il coinvolgimento in attività piacevoli e distraenti.
Rispetto al campione normativo
del contesto sanitario (Ragazzoni, Tinelli, Zotti, 1999) emergono
differenze significative in tutte le sottoscale: il presente campione
utilizza in maniera significativamente superiore strategie orientate
alla modifica della situazione stressante (p=0.01) e strategie orientate
all’evitamento (p=0.001) tramite distrazione (con altre attività o
situazioni) e diversione sociale (cercando il rapporto con altre
persone).
Utilizza invece in maniera
inferiore rispetto al campione di riferimento la strategia di coping
focalizzata sulle emozioni (reazioni emotive, preoccupazioni per se
stessi e fantasticherie, p=0.05).
tabella
2
CISS
|
Valori
normativi
|
Valori medi del
Campione
in studio
|
p*
|
|
Coping orientato
alla
situazione
|
57.03 +/- 9.51
|
59.35 +/- 10.2
|
0.01
|
|
Coping orientato
alle
emozioni
|
44.03 +/- 11.5
|
42.05 +/- 11.4
|
0.05
|
|
Coping orientato
all'
evitamento
|
41.50+/-11.6
|
46.03 +/- 12.64
|
0.001
|
|
Distrazione
|
18.30 +/- 6.42
|
21.87 +/- 7.02
|
0.001
|
|
|
Diversione sociale
|
15.69 +/- 5.11
|
16.68 +/- 4.55
|
0.05
|
|
|
L’analisi è stata
effettuata sulla media di tutti gli operatori dei sette servizi presi in
esame per avere la dati statistici rilevanti da confrontare con il
gruppo di controllo normativo del comparto sanitario italiano.
Lo State-Trait Anger
Expression Inventory che considera l’intensità e la frequenza con cui
vengono sperimentati ed espressi vari aspetti della rabbia rileva alti
punteggi nella sottoscala della Rabbia di Tratto (T-Rab) e in quella
della Espressione della Rabbia (AX-EX), quindi la tendenza del campione
preso in esame è di essere consapevoli della propria esperienza di
rabbia piuttosto che rilevare la Rabbia come tratto stabile di
personalità. L’esperienza emozionale negativa legata a situazioni di
fastidio e irritazione attiva atteggiamenti di ricerca motivazionale
come interessi personali nell’ambiente quotidiano.
tabella 3
STAXI
|
S - RAB
|
T - RAB
|
AX/h
|
AX/Out
|
AX/Con
|
AX/EX
|
Media del campione
|
13
|
21,8
|
17,3
|
16
|
20,3
|
28,8
|
FASE 2
In seguito alla restituzione
partecipata dei dati quantitativi all’Azienda e ai dipendenti, sono
emerse una serie di domande e ipotesi di approfondimento.
Questa seconda fase di
approfondimento qualitativo dei dati è stata effettuata attraverso la
metodologia dei focus group, con la finalità di conoscere i diversi
punti di vista delle categorie professionali, chiarire quali aspetti
organizzativi causano stress e contestualmente sensibilizzare gli
operatori verso l’uso di strategie attive di discussione e problem
solving per la soluzione di situazioni percepite come stressanti.
La tecnica del focus group
risulta utile per raccogliere i diversi punti di vista di persone che
hanno maturato un’esperienza su un tema da scandagliare in profondità.
Permette inoltre di contattare diverse persone in un limitato lasso di
tempo, considerare le differenti culture di appartenenza dei
partecipanti ed individuare le risorse locali, nell’ambito di una
situazione “protetta” per i partecipanti.
Nel caso specifico, la conduzione
dei focus ha potuto avvalersi:
1. di una sintesi dei principali
risultati emersi dalla fase di ricerca quantitativa, come griglia
stimolo per la discussione
2. di criteri per la costruzione
dei gruppi derivati dai risultati emersi dall’analisi quantitativa in
base alle combinazioni tra i diversi servizi e
le posizioni lavorative all’interno dell’Azienda (Infermieri
Generici, Infermieri professionali, Assistenti Sociali, Educatori
Professionali)
I contenuti emersi nei focus
group sono stati sottoposti ad analisi del contenuto e raggruppati in
categorie omogenee sulla base dei contenuti stessi.
Risultati
Rispetto ai contenuti i “nodi
critici” sottolineati da tutti i gruppi sono:
• Area della Comunicazione con
l’azienda e con altri servizi
• Area dello sviluppo delle
risorse umane e della qualificazione/riqualificazione del personale (ad
esempio la figura dell’Infermiere Generico viene considerata figura in
estinzione)
• Area di pianificazione e
programmazione delle attività
• Differenti richieste
professionali e differente organizzazione a seconda della realtà
specifica (servizi/ambulatori/differenti distretti territoriali
all’interno della stessa Azienda Sanitaria Locale)
Dal punto di vista dell’analisi
della comunicazione non verbale si possono trarre informazioni rispetto
a interesse, partecipazione alla discussione, rilevanza dei temi
trattati, e osservazioni rispetto a congruenze/ incongruenze tra
contenuti verbali espressi e comunicazione non verbale.
In generale nei partecipanti ai
focus group la comunicazione non verbale ha avuto funzione di sostegno e
rinforzo dei contenuti verbali espressi, a conferma anche della
rilevanza dei temi trattati e della motivazione dei partecipanti.
Nello specifico:
• Particolarmente intenso il
coinvolgimento emotivo (espresso attraverso elevata gestualità e grande
partecipazione di tutti alla discussione),
• Il focus group ha messo in
luce una duplice identificazione degli
operatori che sono al contempo in formazioni e formatori.
È
emersa elevata criticità per la consapevolezza della propria
responsabilità come categoria professionale rispetto a temi quali il
riconoscimento professionale e l’autonomia dal medico.
• Nel gruppo di Infermieri
Professionali particolarmente critica è la discrepanza percepita tra
obiettivi di assistenza infermieristica e obiettivi di gestione a
livello aziendale.
• Il gruppo a partecipazione
mista ha visto una certa tendenza ad attribuire molte le criticità alla
politiche sanitarie e all’attenzione che le istituzioni riserbano a
certe situazioni critiche.
7.1
Discussione
Il campione analizzato mostra
livelli di Burn out medi.
Dal punto di vista delle risorse
per fronteggiare lo stress, il campione utilizza prevalentemente
strategie di coping orientate alla soluzione della situazione
problematica e/o all’evitamento tramite distrazione e diversione
sociale.
In letteratura, strategie attive
per la soluzione delle situazioni stressanti sono associate a basso
tratto d’ansia (Bolger, 1990; Mc Crae e Costa, 1986) e ad elevati
punteggi di benessere psicologico (Pedrabissi e Santinello, 1990;
Steptoe, 1991; Thornton, 1991) e percezione di elevato controllo
sull’ambiente; diversione e ricerca di sostegno sociale sono strategie
utilizzate prevalentemente da soggetti che ritengono di avere un alto
controllo sulle relazioni interpersonali (Hurrel & Murphy, 1991;
Leiter, 1991).
Inoltre strategie attive per la
soluzione delle situazioni stressanti sono considerate maggiormente
adattive quando l’agente stressante è una situazione modificabile,
mentre il coping orientato alle emozioni è considerato adattivo quando
la causa di stress è qualcosa che deve essere accettato e sopportato
nel tempo in quanto non modificabile (Fleming, Baum, Singer, 1984):
questo induce a pensare che il nostro campione sia composto da soggetti
con adeguata stabilità sul piano emozionale (bassa ansia, percezione di
controllo sull’ambiente e benessere psicologico), che percepiscono le
situazioni lavorative fonte di stress come situazioni dovute a fattori
modificabili e risolvibili sul piano pratico.
Ad utilizzare in maniera
prevalente strategie attive per la soluzione di situazioni percepite
come stressanti è la categoria dei quadri/caposala.
Questo probabilmente è
influenzato anche dal loro effettivo maggior potere decisionale, mentre
nelle posizioni lavorative subalterne questo potere decisionale viene
spesso a mancare.
A livello di quadri/caposala sono
inoltre più chiari gli obiettivi e la Mission Aziendale e questo può
essere un elemento chiave che determina la scelta di strategie di coping
attive: avere chiara visione degli obiettivi aziendali può contribuire
a rendere maggiormente comprensibili gli eventuali problemi ed aiutare
nella identificazione di strategie attive di soluzione dei problemi.
Sicuramente queste ipotesi
richiedono una verifica scientifica.
Probabilmente ai livelli
inferiori della scala gerarchica di un reparto/organizzazione sono più
chiare le mansioni e minori gli spazi di manovra e di potere decisionale
lasciati al singolo operatore, che si sente supportato da tutta una
serie di figure di riferimento cui può rivolgersi in situazioni di
difficoltà.
Un dato trasversale a tutte le
categorie e particolarmente interessante è che soggetti con minor
esaurimento emotivo e maggior realizzazione professionale utilizzano
maggiormente strategie attive per la soluzione dei problemi e più
raramente utilizzano modalità sostitutive come l’evitamento della
situazione stressante.
Occorre verificare se è
l’esaurimento emozionale a condizionare la scelta di strategie di
coping o se il percepirsi abili nella soluzione dei problemi condiziona
la stima di sé la realizzazione professionale e la vulnerabilità allo
stress.
Probabilmente si tratta di
processi circolari di influenzamento e ricerca di omeostasi tra aspetti
individuali, organizzativi e ambientali.
La seconda fase di
approfondimento, caratterizzata dalla metodologia dei focus group hanno
avuto una funzione su molteplici livelli: oltre a permettere un
approfondimento delle tematiche emerse dai dati quantitativi, con la
descrizione e l’analisi di una serie di situazioni “critiche”,
tratte dalla realtà lavorativa, ha sensibilizzato gli operatori verso
la ricerca attiva di soluzioni, come metodo di formazione e crescita
professionale.
Il fatto di essere chiamati ad
esprimere il proprio parere ed ascoltati, è stato considerato dagli
operatori un segno di attenzione e interesse dell’Azienda nei
confronti del personale e un’opportunità per essere partecipi e
propositivi rispetto alla ricerca di soluzioni concrete per alcune
disfunzionalità.
|