Situazione Storica
Le strutture facenti parte dell’area dell’ex O.P. di Collegno sono state costruite, in periodi diversi, utilizzando un’antica Certosa adibita nella sua storia a utilizzi differenti.
La storia della Certosa iniziò nel 1641 quando Madama Reale Maria Cristina di Francia comprò una tenuta dal conte Ottavio Provana di Collegno per donarla ai frati Certosini.
Nel 1648 iniziarono i lavori veri e propri di costruzione della Real Certosa di Collegno denominata “Cartusia Augustae Taurinorum”. L’incarico fu dato all’ingegnere Maurizio Valperga.
Successivamente, nel 1725, a Filippo Juvarra venne affidato il compito di continuare l’opera del Valperga.
A metà dell’800, intimoriti dalla tendenza dell’epoca a sopprimere le corporazioni religiose, i Certosini offrirono all’amministrazione pubblica l’occupazione gratuita temporanea di una parte del loro convento per alloggiare alcuni degenti del Manicomio di Torino. Furono trasferiti solo una cinquantina di “maniaci” maschi di facile custodia. Nel 1855 abbandonarono il monastero. La struttura diventò così interamente di proprietà del Regio Manicomio.
I1 4 febbraio 1904 viene approvata la legge n. 36 intitolata "Legge sui manicomi e sugli alienati" e che porta come sottotitolo "Disposizioni sui manicomi e sugli alienati. Custodia e cura degli alienati
In base a tale legge, chiunque ritenesse un individuo pericoloso per sé o per gli altri poteva chiederne l’internamento in manicomio servendosi di un certificato medico presentato dal pretore.
L'internato viene immediatamente privato dei diritti civili (interdetto) ed il tribunale nomina un tutore. La conseguenza più grave per il paziente ricoverato in via definitiva è data però dall'iscrizione dell'internamento nel casellario giudiziario
Nell’arco dei 7 anni successivi alla promulgazione della legge il numero di ricoverati, sino ad allora attestato sulla media di 1600, superò i 2500. Vennero create nuove strutture a Pianezza e a Grugliasco. Nel 1920 i ricoverati sono oltre 3300. Durante la Seconda Guerra Mondiale la struttura subì ingenti danni rendendo necessario il trasferimento temporaneo di molti pazienti in altri ospedali del Piemonte e del Regno.
Il superamento delle modalità assistenziali e di ricovero delle strutture asilari di Torino è iniziato nel 1965, con le dimissioni e la ricollocazione di oltre la metà dei pazienti; giunto al culmine nei primi anni ottanta, tale processo ha subito un rallentamento, con una ripresa agli inizi degli anni novanta. Tale precesso risultava correlabile alla promulgazione della “Legge Mariotti (1968)” che modificava in parte la “Legge Bianchi (1904)” e ai cambiamenti socio-culturali, di cui si fecero portatrici le correnti psichiatriche di quegli anni.
Alla promulgazione della legge 883/78 (ex 180) è corrisposto un ulteriore riduzione dei pazienti.
Nel 1978 i degenti erano 2176, 1710 l’anno successivo fino ad arrivare a circa 600 nel 1993, anno in cui la maggior parte dei pazienti vennero ufficialmente dimessi. Gli ultimi reparti vennero trasformati in comunità e in residenze per anziani.
I punti fondamentali che a partire dal 1977 hanno caratterizzato il processo di superamento sono stati la creazione delle comunità; l’attuazione del Progetto Handicappati; l’istituzione di Cooperative di lavoro finalizzate ai ricoverati in grado di svolgere un “lavoro protetto”.
Nel 1983 nasce il Centro Sociale Basaglia che ha come obiettivo quello di favorire percorsi riabilitativi dei pazienti ancora ricoverati nei reparti.
Nel 1984 viene chiuso l’ospedale di Grugliasco, i pazienti da questo momento risultano ospiti delle strutture dell’ospedale, trasformate in comunità.
Nel 1993 vengono chiusi gli ultimi reparti dell’ospedale di Collegno, che in base a conversione amministrativa e talvolta anche strutturale e organizzativa diventano comunità per ospiti.
Vengono costituite due associazioni di operatori ed utenti, l’Arcipelago e l’An-Arché.
Nell’arco degli ultimi dieci anni vengono creati alcuni “gruppi appartamento” e viene attuata la sperimentazione dell’affidamento eterofamiliare di alcuni pazienti.
Per la fascia di utenza geriatrica sono istituite comunità con maggiori caratteristiche sanitarie atte ad ospitare pazienti anziani con livelli diversi di autonomia, patologia psichiatrica e concomitante patologia organica.
Nel 1981 si organizza un progetto straordinario per il superamento degli ospedali psichiatrici dell’area torinese denominato Torino Progetto, con gli obiettivi di fornire situazioni abitative, lavoro, appoggio terapeutico a dimessi e ad assistiti degli ospedali psichiatrici.
Negli anni a seguire, e attualmente, il Progetto Torino è stato mantenuto congiuntamente dall’ex USL 1 di Torino e quella di Collegno-Grugliasco (ex USL 24 ora 5) con la condivisione delle risorse di personale e di strutture.
Presso la Villa Mainero di Torino fino al 1987 si sono svolti corsi di qualificazione e di avviamento al lavoro ed attività di risocializzazione destinati a dimessi ed ad assistiti dagli O.P.
1641 Madama Reale Maria Cristina di Francia dona una tenuta ai Certosini |
1648 Iniziano i lavori di costruzione della Real Certosa di Collegno “Cartusia Augustae Taurinorum” |
1852 Cinquanta “maniaci” maschi vengono trasferiti dal Manicomio di Torino alla Certosa |
1904 Viene promulgata la legge n° 36 “Sui manicomi e sugli Alienati” |
1920 I ricoverati sono più di 3300 |
1965 Inizia il superamento delle modalità assistenziali delle strutture asilari mediante la dimissione e la ricollocazione dei pazienti |
1968 Viene promulgata la “Legge Mariotti” |
1978 Viene promulgata la legge 883/78; i pazienti ricoverati sono 2176 |
1981 Organizzazione del progetto straordinario “Torino Progetto” |
1983 Nascita del “Centro Basaglia” |
1984 Chiusura dell’Ospedale di Grugliasco |
1993 Chiusura degli ultimi reparti dell’ospedale di Collegno che diventano Comunità |
Dall’ottobre del 1996 è iniziato il lavoro di chiusura definitiva degli Ex O.O.P.P. di Collegno e Grugliasco. L’obiettivo era quello di unificare il lavoro di Associazioni di Autoaiuto, Cooperative e operatori ASL ( medici, infermieri ed educatori) per l’uscita dei 417 ospiti.
Una volta alla settimana l’équipe allargata si ritrovava presso il Centro Basaglia e si elaboravano i progetti individuali di uscita dei pazienti. Non è stato facile riuscire ad unire le esigenze di legge (debiti, crediti delle varie ASL nei confronti dell’ASL 5) e i progetti dei singoli. Bisognava tenere conto di molti fattori sia interni che esterni, che certo non permettevano di evolvere nel lavoro nel migliore dei modi. A volte si aveva quasi l’impressione di essere più che dei medici, dei “terapeuti dello sfratto”, perché è così che ci vivevano sia gli ospiti che gli stessi operatori che da anni lavoravano all’interno dell’Ex O.P.
Importanti considerazioni per la nuova organizzazione sono partite dalle constatazioni che nel proporsi di adempiere al compito primario della la cura dei pazienti, non si può prescindere dal prendere in attenta considerazione le tecniche difensive del personale stesso. Infatti, abbiamo considerato il bisogno che i membri hanno di usare l’organizzazione nella lotta contro l’ansia che porta allo sviluppo di meccanismi di difesa socialmente strutturati. Infatti, un importante aspetto di tali meccanismi di difesa contro l’ansia e la depressione è il tentativo degli individui membri dello staff di esternare e concretizzare nella realtà tali meccanismi.
I suddetti meccanismi possono essere evidenziati e standardizzati nel seguente modo:
· Distacco e negazione dei sentimenti
· Tentativo di eliminare le decisioni tramite l’esecuzione rituale dei compiti
· Collusione nella ridistribuzione sociale di responsabilità
· Riduzione del peso della responsabilità per mezzo della delega ai superiori
· Idealizzazione e sottovalutazione delle possibilità di sviluppo personale
· Elusione del cambiamento
Di fatto solo un’attenta valutazione di questi ed altri meccanismi di difesa sociali può mettere in grado il servizio di salvarsi da una minaccia di crisi e fallimento operativo. Uno strumento individuato a questo scopo e la standardizzazione di momenti di supervisione di gruppo istituzionalizzati al fine poterli analizzare e porvi rimedio. In prima istanza infatti consideriamo che in gruppo di lavoro allargato il pericolo maggiore consista nell’annullamento di confini fra sé e gli altri, e di cambiamenti che tesi al controllo dell’ansia per la perdita di identità determinano distacco dal gruppo stesso con vissuti di emarginazione e di fallimento. La costante verifica da parte del sistema organizzativo mediante momenti di supervisione di gruppo impedisce quindi la mancanza di relazioni e permette il costituirsi dei normali riscontri sociali alle proprie comunicazioni verbali che sono presenti in ogni rapporto.
Il tentativo era volto al superamento della dimensione anomizzante che sembrava aver coinvolti oltre ai pazienti anche gli operatori dell’EX O.P..
Nel ’96 la Certosa di Collegno ospitava 359 pazienti e Grugliasco ne ospitava 58 suddivisi in
21 Comunità alloggio
4 comunità protette
tutte le strutture erano gestite sia dal personale ASL sia dalle Cooperative Sociali e dalle Associazioni di Autoaiuto composte dagli stessi ospiti e dagli operatori.
Approcci metodologici della ricerca
Parallelamente allo svolgersi delle varie attività per il superamento dell’Ex O.P. abbiamo svolto una ricerca atta a validare gli interventi messi in atto e conseguenzialmente monitorare per mezzo di strumenti clinici l’andamento stesso.
Obiettivo di questa ricerca è la valutazione dei primi risultati della deistituzionalizzazione
realizzata attraverso uno studio di follow-up della popolazione di pazienti psichiatrici recentemente dimessi dagli ex OOPP di Collegno e Grugliasco e trasferiti in strutture comunitarie extra-ospedaliere ubicate sul territorio piemontese.
L’avvio di tale ricerca nasce dalla necessità di una adeguata monitorizzazione nel tempo del paziente psichiatrico dimesso dal manicomio, con esperienze più o meno prolungate di ospedalizzazione, inserito nella nuova realtà extra-manicomiale.
SITUAZIONE AL 31/12/96
E’ riassunta nella tabella 1 la situazione dell’EX OOPP di Collegno e Grugliasco in data 31/12 /96
Tipologia |
N° di ospiti |
Pazienti psichiatrici |
250 |
Pazienti geriatrici |
119 |
Pazienti handicap |
48 |
SITUAZIONE AL 31/12/98
In data 31/12/98 avviene la definitiva chiusura degli ex OOPP di Collegno e Grugliasco. Sono state, in questa data, realizzate 30 strutture a differente tipologia ubicate nel territorio del Piemonte. Per ogni struttura sono stati identificati un numero variabile di ospiti , tenendo conto delle differenti situazioni individuali al fine di poter creare dei gruppi abbastanza omogenei in base a parametri quali età, sesso, sintomatologia psichiatrica, livello di autonomia.
Nella tabella 2 l’elenco delle strutture utilizzate dal 01/01/99, la tipologia, l’ubicazione e il n° di ospiti che accoglie.
NOME |
tipologia |
Ubicazione |
n° ospiti
|
Villa Giada |
RAF |
Scarmagno |
22 |
Casa di riposo “S.Giuseppe” |
RAF |
S.Giusto Canavese |
1 |
Villa Remmert |
RAF |
Cafasse |
21 |
San Carlo |
RAF |
Foglizzo |
1 |
Colline del Po |
RAF |
Tonengo d’Asti |
3 |
Du Parc |
CPB |
Torre Pellice |
22 |
Casa Testa |
CPB |
Torre Canavese |
2 |
S.Luca |
CPB |
Villa Franca Piemonte |
4 |
Verrua Savoia |
CPB |
Verrua Savoia |
7 |
Antares |
CPB |
CAlamandrana |
1 |
IL Sorriso |
CPB |
Asti |
1 |
Contardone |
CPB |
Cortardone |
10 |
Il Ponte |
CPB |
Torino |
5 |
Althaea |
CPB |
Torino |
4 |
Alloggi |
|
Collegno-Grugliasco-Torino |
22 |
S.Gillio |
GA |
S.Gillio |
4 |
S.Gillio |
GA |
S.Gillio |
3 |
“Soggiorno Primavera” |
RSA |
Castellamonte |
3 |
Villa Iris |
RSA |
Torino |
1 |
Istituto Cottolengo |
RSA |
Grugliasco |
10 |
Pensione Supportata |
|
Robella (AT) |
3 |
L’Accoglienza |
CA |
Grugliasco |
9 |
Villa 8 Stelle |
CA |
Pianezza |
1 |
L’Accoglienza |
CA |
Grugliasco |
1 |
Mainero |
CA |
Torino |
3 |
Niella Tanaro |
CA |
Buttigliera Alta |
10 |
Villa Cristina |
CA |
Savonera |
1 |
Casa Amica |
CA |
Chiomonte |
1 |
Guarene Alba |
CA |
Guarene Alba |
1 |
N° ospiti totale: 184
All’interno delle mura dell’ex OP di Collegno sono presenti 2 comunita’ che ospitano .in totale 34 pazienti
RICERCA
La ricerca viene effettuata utilizzando come campione di studio i 250 pazienti psichiatrici dimessi dagli ex O.O.P.P. di Collegno e Grugliasco.
STRUMENTI
Le shede di valutazione utilizzate per questo tipo di ricerca sono:
Per la diagnosi clinica:
· International Classification of Diseases versione 10 (ICD 10 e DSM IV)
Per il grado di deterioramento:
· Short Portable Mental Status Questionnaire (SPMSQ, Pfeiffer, 1975; modificato e adattato)
Per la valutazione medica di autosufficienza:
· Indice Medico di Non Autosufficienza (DMI, Fabris et al., 1989; modificato e adattato)
Per la valutazione del grado di autonomia:
· Instrumental Activities of Daily Living Scale (IADL; da Lawton e Brody, 1969; modificato e adattato)
· Index of Indipendence in Activities of Daily Living (ADL; da Katz et al., 1970; modificato e adattato)
Per la valutazione psicosociale:
· Scala di valutazione relazionale (SVR: da GRS di Plutchik et al.; modificata e adattata)
Mediante analisi fattoriale è possibile ottenere informazioni sulle seguidanti aree:
1. Ritmo sonno-veglia e relative problematiche (6 item punteggio da 0 a 12)
2. Relazioni con gli altri ospiti, livello di relazione (12 item punt. 0-24),
3. Attività finalizzate spontanee o organizzate, livello di collaborazione con gli altri ospiti (6 item)
4. Livello di agressività: verbale, fisica, autodiretta (5 item)
· Brief Psychiatric Rating Scale valutare la sintomatologia attuale, con possibilità di distinguere fra prevalenti sintomi positivi e negativi.
· Disability assessment Schedule (DAS), adattato, per valutare il grado di disabilità in tutte le sue componenti.
· Scala per la Valutazione Globale del Funzionamento (VGF), che considera il funzionamento psicologico, sociale e occupazionale attuale e nell’ultimo anno.
· Questionario per la Comunità: Organizzazione amministrativa Processo terapeutico
METODOLOGIA
Le schede vengono somministrate ai pazienti dagli operatori della stessa équipe a tempi predeterminati e i dati ottenuti inseriti su supporto informatico. La raccolta degli stessi è stata effettuata prevedendo 5 momenti:
· Nell’anno 1996 le schede succitate sono state somministrate ai pazienti all’interno dell’O.P. e i dati ottenuti rappresentano il T0
· al momento della dimissione (T1)
· dopo 3 mesi dalla dimissione (T2)
· dopo 6 mesi dalla dimissione (T3)
· dopo 1 anno dalla dimissione (T4)
OBIETTIVO
Attraverso tale studio prospettico della popolazione degli ospiti dimessi dagli ex OOPP ed inseriti in insediamenti comunitari, ci si propone di effettuare un adeguato monitoraggio della situazione del paziente seguendolo nel tempo al fine di evidenziare significative modificazioni in termini di qualità di vita, livello di autonomia, funzionamento sociale, sintomatologia psichiatrica, risposta alla terapia .