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IL TRATTAMENTO FAMILIARE DEI MALATI DI MENTE

E LE SOCIETA' DI PATROCINIO

 Alla fine del secolo scorso si aprì un grande dibattito sulle "riforme nella custodia dei pazzi".

Si affrontano argomenti quali la carenza di personale, la necessità di facilitare le dimissioni, di costruire manicomi più piccoli ed umani, in quanto "i Manicomi devono avere il carattere di luoghi di cura e non di prigioni o di caserme, in essi si deve procurare ai malati il massimo comfort"; si vogliono abolire le celle e lesezioni speciali per i furiosi: "come si è imparato a far senza della camicia di forza, così s'imparerà presto a far senza delle celle da agitati".(1)

Si vuole riorganizzare il personale di assistenza, con "la necessità di istituire speciali scuole per gli infermieri del Manicomio e di favorire la creazione di Società che abbiano lo scopo di formare questo personale; dovrebbero essere queste Società una specie di Cooperative, nelle quali avessero la prevalenza persone con qualche istruzione". (2)

Il prof. Tamburini al "Congresso Internazionale di Anversa per l'Assistenza agli Alienati" del 1902, in una relazione comunicata nella seduta inaugurale analizza i seguenti fatti:

"Un rilevante aumento progressivo dei pazzi, un notevole e crescente affollamento dei Manicomi, ..... una serie di provvedimenti escogitati e attuati per scemare tale affollamento, fra i quali il Patronato familiare..."

Il Tamburini ed il Lombroso, nel 1891, erano stati incaricati dal Governo di compiere una ispezione nei Manicomi del Regno per preparare un Progetto di Legge ed avevano proposto, per ovviare a tali inconvenienti, che si provvedesse

"ad una maggiore restrizione nell'invio di certe categorie di malati nei Manicomi, i quali sono diventati il tout-à-l'égout dei Comuni, degli Ospedali, dei Ricoveri ecc.; alla istituzione di Stabilimenti specializzati per quelle categorie di malati (frenastenici, pellagrosi, epilettici, alcoolisti) pei quali non è necessario il trattamento speciale del Manicomio; allo sviluppo del Patronato familiare nelle sue varie forme pei malati tranquilli ed innocui".

Viene quindi proposto di potenziare il "Trattamento familiare dei malati di mente", cercando di favorire mediante assistenza e sussidi il rientro in famiglia od il collocamento presso famiglie estranee dei ricoverati dimessi dal Manicomio perchè guariti o convalescenti. A questo compito si dedicavano già da tempo alcune "Società di patrocinio pei pazzi poveri dimessi dal Manicomio", il cui scopo era "di soccorrere i malati guariti o migliorati che uscendo dal Manicomio e non trovando mezzi di sussistenza facilmente ricadrebbero nella malattia mentale".(3)

Con il termine di trattamento familiare sono indicati "i sistemi di mantenimento degli alienati inspirati al concetto fondamentale di procurare ad essi un genere di vita che rivesta i caratteri vantaggiosi dell'ambiente familiare" (4)

Questo trattamento era già da tempo in uso in Belgio (la colonia di Gheel e di Lierneux erano villaggi i cui abitanti ospitavano abitualmente non più di due alienati per famiglia, con la consulenza di medici ed infermieri), in Scozia (gli alienati erano ospitati da piccoli coltivatori, esercitavano il loro mestiere o ne apprendevano uno, per la scelta ed il controllo delle famiglie esisteva un ispettore dei poveri ed una commissione generale degli alienati), in Francia (colonie di Dun-sur-Auron, Bussy e Levet, dove numerosissime famiglie accettarono di accogliere delle alienate provenienti dal Manicomio di Villejuif (Seine) e del Sainte Anne di Parigi), in Germania (dove l'assistenza familiare si estese fin dal 1764 nei dintorni di Brema, a Rockwinkel) ed infine in Russia, Olanda, Austria, Norvegia e Svizzera. (5)

 In Italia all'inizio del secolo esistevano cinque "Società di patrocinio" per i poveri dimessi dai manicomi:

- La prima, fondata nel 1869, era quella di Bologna: scopo principale di questa istituzione era di "soccorrere con mezzi materiali e morali i convalescenti che devono uscire dal Manicomio provinciale ma che nol possono perchè miserabili od abbandonati, ed i guariti che ne escono senza aver modo di occuparsi e mantenersi".

- Altra Società esisteva a Reggio Emilia: suo scopo era di "soccorrere questi infelici, non solamente con sovvenzioni pecuniarie o di vitto o di materie, ma più specialmente procurando ad essi lavoro ed occupazione...".

- La terza Società di Patrocinio, esistente dal 1876, era quella di Milano: suo scopo era quello di "soccorrere con mezzi morali e materiali i pazzi poveri della provincia di Milano migliorati o guariti che dovrebbero uscire dai Manicomi Provinciali e dalle sale deliranti dell'Ospedale Maggiore, ma non lo possono perchè miserabili e abbandonati...".

- Altra Società esisteva ad Imola (Bologna).

- Ultima a sorgere fu quella di Torino                                                                                                                          

LA SOCIETA' DI PATROCINIO E LA CASA DI CONVALESCENZA
PER POVERI DIMESSI DAL MANICOMIO DI TORINO

La Società di Patrocinio per alienati poveri guariti è sorta a Torino nel 1881 su proposta dell'Amministrazione del Regio Manicomio, presieduta dal conte Viani d'Ovrano.

Per 10 anni ebbe molte difficoltà economiche e si resse sulle offerte volontarie ed aleatorie di Comuni, Enti morali e di filantropi, finchè nel 1891 ebbe un lascito di 25.000 lire, dal signor Francesco Giuliano di Pinerolo che le permise di erigersi in Ente Morale con Regio Decreto dello stesso anno.

A norma di Statuto la Società doveva provvedere alla tutela dei convalescenti o guariti poveri, dimessi dal Regio Manicomio e doveva fornir loro assistenza, aiuto morale e materiale, lavoro. I soci, i delegati, i comitati di patroni e patronesse si occupavano dei dimessi aiutandoli anche con sussidi in denaro e vigilavano sul buon funzionamento della Società.

Nel 1901 la Società di Patrocinio inaugurava la "Casa di Convalescenza" per donne dimesse dal Manicomio, che nei primi 8 anni raccolse, in sede d'affitto, circa 40 dimesse all'anno. Dal 1909 al 1911 la sede venne ampliata ed il numero di posti passò da 22 a 36 per cui fu possibile ospitare 60 persone all'anno. Nel decennio 1901-1911 furono ospitate 240 donne dimesse dal Manicomio, di queste 177 furono reinserite in famiglia (64%)

Nel 1911-1912 la Società di Patrocinio comperò vari terreni adiacenti, nel 1924 acquistò il fabbricato d'affitto e costruì fabbricati nuovi, per cui il numero di ospiti fu di 90 presenze annue, con "ampi dormitori, vasti luoghi di soggiorno e lavoro, cucine, laboratori, orti, giardini, terrazze, pollaio; il tutto comodamente e modernissimamente disposto e attrezzato a tipo famiglia"  (8) 

Nei registri dei verbali delle riunioni della Direzione del Regio Manicomio (6) leggiamo la proposta del Presidente:                                   

1880, 22 marzo

Proposta del Presidente per l'istituzione di una società di patrocinio pei pazzi poveri dimessi dal Manicomio. Il Presidente ricorda come antico e vivo sia nella Direzione il desiderio di provvedere efficacemente ai pazzi poveri dimessi dal Manicomio per guarigione, o miglioramento; molti di questi privi di soccorso e di guida sono repentinamente ricacciati in quell'ambiente, che aveva già determinato la loro pazzia: quindi frequenti le recidive, che mentre rendono frustranee le cure adoperate dai nostri Sanitari per la loro guarigione, riescono di grave spesa alla Provincia e sono d'ingombro al Manicomio, che spesse volte è impedito di ricoverare altri ammalati, che avrebbero maggiore bisogno di cura.

La Direzione ha stanziato in bilancio una somma per venire in soccorso di questa categoria di pazzi dimessi dal Manicomio, se non che questi sussidi sono precari e di tenue entità, non potendo la Direzione applicarvi un fondo ragguardevole come sarebbe richiesto senza compromettere l'andamento dell'amministrazione del Pio Istituto, oltrechè le mancherebbe il mezzo acconcio di provvedere di lavoro e di assistenza agli uscenti dal Manicomio, che appartengono ai vari Comuni della Provincia.

In altri paesi, ed anche in qualche Provincia d'Italia, si è provveduto a questo sentito bisogno mercè la creazione di Società di patrocinio pei pazzi poveri dimessi dai manicomi; nella Provincia di Milano se n'è instituita una nel 1876, di cui presenta lo statuto organico per iniziativa dei medici alienisti di quell'illustre Città.

Il Presidente è di parere che la Direzione farebbe opera eminentemente umanitaria, e consona alle riforme, che da alcuni anni si vanno introducendo per migliorare la miseranda condizione di questi ricoverati, se iniziasse d'accordo colla Deputazione Provinciale la creazione di una di quelle Società di patrocinio; nè crede che la Deputazione vorrà rifiutarvisi, avvegnachè si tratta di migliorare la sorte di ammalati, la cui cura la legge pone a carico dell'erario provinciale, e l'esperienza abbia dimostrato che con quel mezzo vengono diminuite le recidive, e quindi menomata la spesa per la cura dei pazzi poveri.

Per questi motivi il Presidente propone alla Direzione:

1° - Che per parte sua approvi in massima l'istituzione di una società di patrocinio pei pazzi poveri dimessi dal Manicomio, con riserva di stabilire il suo contributo in quella misura che sarà consigliata dalle condizioni finanziarie dell'Istituto.

2° - Che si facciano offici presso l'Onorevole Deputazione Provinciale, perchè voglia assumersi anch'essa la sua parte d'iniziativa per l'istituzione di quella Società.

3° - Che una commissione composta di dodici membri, sei da scegliersi dalla Deputazione Provinciale e sei dalla Direzione del Manicomio, sia incaricata di studiare i mezzi sia morali che materiali più acconci per attuare l'ideato progetto, e di compilare a suo tempo uno statuto organico da sottoporsi alle deliberazioni della Deputazione Provinciale e di questa Direzione.

La Direzione unanime applaude all'iniziativa presa ed ai concetti espressi dal suo Presidente e ne approva le proposte, dandogli incarico di prendere colla Deputazione Provinciale i concerti preliminari pell'attuazione delle proposte stesse.

 La Deputazione Provinciale accoglie la proposta: 

1880, 12 aprile

Adesione della Deputazione Provinciale al progetto dell'istituzione di una Società di Patrocinio per i maniaci poveri dimessi. Viene data lettura di verbale di adunanza 5 corrente della Deputazione Provinciale, da questa comunicato al Manicomio, con cui si accoglie in massima la proposta di studi per l'istituzione di una società di patrocinio dei maniaci poveri usciti dal Manicomio, e si aderisce alla nomina di una Commissione composta di quattro delegati della Deputazione e quattro della Direzione del Manicomio.

La Direzione prende atto di queste determinazioni della Deputazione Provinciale, e prega questa di procedere dal canto suo alla nomina dei suoi Commissari, riservandosi di nominare in seguito quelli suoi propri.

 Nel corso della prima seduta, la Commissione propone un progetto per l'affidamento familiare di ex ricoverati:

 

1880, 21 giugno

Prima seduta della Commissione per la fondazione della Società di Patrocinio pei pazzi poveri. Il Presidente partecipa che la Commissione instituita per l'impianto di una Società di Patrocinio dei pazzi poveri tenne una prima seduta, e formulò un ordine del giorno da sottoporsi alla Deputazione Provinciale per un primo esperimento del collocamento dei mentecatti migliorati presso famiglie coloniche o presso i propri parenti. In attesa delle deliberazioni della Deputazione, la Direzione dà atto della comunicazione.

 Il progetto di affidamento familiare si concretizza; il dottor Michelangelo Porporati dà precise indicazioni per attuare l'uscita dal manicomio dei primi venti ricoverati:

1881, 18 aprile.

Informazioni intorno ai 20 ricoverati che saranno collocati presso i parenti per cura della Società di Patrocinio pei pazzi dimessi. Il Condirettore Porporati fa la relazione seguente intorno alle indicazioni da darsi intorno ai venti ricoverati che saranno collocati presso ai parenti od a persone estranee sebbene non guariti, ma innocui ed atti a qualche lavoro:

"La misura, acconsentita dall'Onorevole Consiglio Provinciale, di collocare nelle famiglie dei parenti od anche di persone estranee e mediante sussidio venti ricoverati, sebbene non guariti però innocui ed atti a qualche lavoro dovrebbe, secondo il sottoscritto, essere munita di alcune indicazioni intese a far conoscere sommariamente a questa Direzione ed a coloro che ritireranno tali individui gli antecedenti dei medesimi, ed in specie le tendenze principali, lo stato sanitario attuale, l'attitudine al lavoro e quale lavoro, ed infine se abbiano parenti ed affini a cui si possano consegnare, ovvero non abbiano nè famiglia nè tetto di sorta. Queste indicazioni si premettevano già dal sottoscritto ogni volta che era invitato a presentare note di ricoverati anche non guariti, e che però si dovevano dimettere per far posto ad altri, e possono servire di norma a questa Direzione onde acconsentire a tali dimissioni, ed a coloro che li ricevono segnalare le regole di custodia che debbono usare coi medesimi.

Perciò ad ogni individuo che dal Sig. Medico Primario di Torino e dal Primo Ordinario di Collegno sarà designato per l'uscita nel modo sopra indicato verranno dai medici stessi apposte le seguenti indicazioni personali:

1 - Prenome e Nome

2 - Luogo di nascita

3 - Età

4 - Condizione

5 - Professione o mestiere

6 - Giorno d'entrata nel Manicomio

7 - Genere di pazzia presentato al suo ingresso e se abbia o no commesso atti violenti e pericolosi

8 - Cause presunte della pazzia

9 - I cambiamenti avvenuti colla dimora nel Manicomio nella forma ed intensità della pazzia stessa per il che ora si crede essere innocuo.

La risponsabilità che si assume questa Direzione nel licenziare ad esperimento codesti individui e quella di chi s'incarica di ritirarli mi sembra che esigano queste indicazioni che saranno dai signori medici esposte nel modo il più conciso possibile.

Torino, li 6 aprile 1881,  Dott. M.Porporati"

 

La Direzione delibera di invitare i Signori Medico Primario e Primo Medico Ordinario di completare le loro indicazioni nel senso espresso nella Relazione e incarica i Condirettori Perotti e Porporati di avviare le pratiche opportune colle famiglie presso cui dovranno collocarsi i maniaci ad esperimento, per stabilire le condizioni relative, salvo a riferirne alla Direzione.

 La Società di Patrocinio vive di sussidi, qui si legge una delle tante deliberazioni con cui il Regio Manicomio finanzia la Società:            

1888, 28 novembre.

Patrocinio pei poveri dimessi.Concorso di £ 600 alla Società. Vista la domanda del Consiglio Direttivo della Società di Patrocinio pei poveri dimessi dal Manicomio, la Direzione delibera che anche in quest'anno sia passata alla Società la somma di £ 600 stanziata nel suo bilancio per sussidi a ricoverati poveri da dimettersi.

 La Direzione del Regio Manicomio delibera un altro sussidio, ma le condizioni economiche della Società sono migliorate, grazie ad un cospicuo legato da parte del signor Francesco Giuliano di Pinerolo: 

1891, 20 maggio.

Società di patrocinio, sussidio annuale. Sulla domanda della Società di Patrocinio perchè le sia anche in quest'anno passata la somma di £ 600 stanziate nel Bilancio per sovvenire i maniaci poveri che vengono dimessi dal Manicomio, viene proposto il seguente ordine del giorno:

La Direzione accogliendo la domanda della Società di Patrocinio, autorizza il pagamento a favore della stessa di lire Seicento.

Prende riserva di procedere ulteriormente come sarà creduto opportuno in vista delle mutate condizioni economiche della Società.

L'ordine del giorno, posto ai voti separatamente, viene approvato in entrambe le sue parti.

Il Presidente e i Condirettori Di Coggiola e Colia come facenti parte del Consiglio Direttivo della Società di Patrocinio, si astennero dal votare, e chiedono darsene loro atto.

Società di Patrocinio, legato Giuliano, apposizione di lapide. Sulla domanda della Società di Patrocinio, la Direzione consente che a spese della medesima venga collocato nel Manicomio, nel sito e colle modalità da convenirsi, un ricordo marmoreo in attestazione della gratitudine verso l'ora fu Sig. Francesco Giuliano che fece a favore della Società un cospicuo legato.

La Società propone al Regio Manicomio la costituzione di una casa per dimessi: 

1897, 3 marzo

Casa per dimessi dal Manicomio, comunicazione: Il Presidente riferisce che in seno alla Società di Patrocinio pei dimessi dal Manicomio fece parola della proposta fatta in Seduta antecedente dal Condirettore Camussi per la fondazione di un ricovero per mentecatti che più non siano pericolosi a sè ed altri; che la proposta fu accolta con favore e fu nominata una Commissione apposita. La Direzione prende atto.

 La proposta viene esaminata da una apposita commissione; si ritiene che la casa per dimessi debba essere fondata dal Regio Manicomio: 

1897, 24 marzo

Casa pei pazzi convalescenti. Proposta per l'istituzione. Il Condirettore Camussi ritiene opportuno di formulare una proposta che non sarà per il momento concreta, ma che ritiene meriti considerazione. Esiste una Società di Patrocinio pei dimessi dal Manicomio, ma per quanto benemerita, dispone di Fondi insufficienti per il nobile suo scopo. Ritiene che il Manicomio possa e debba assumere l'iniziativa per fondare, completando gli intendimenti di quella Società, un Istituto Succursale del Manicomio in cui siano ricoverati coloro che più non sono pericolosi.

Il Condirettore Bizzozero ritiene opportuna la proposta e fa generiche considerazioni sopra la condizione dei ricoverati.

 La proposta di istituzione di una "Casa" per i dimessi a cura del Regio Manicomio viene a cadere. Ma l'idea continua ad essere elaborata all'interno della Società di Patrocinio, e viene realizzata nel luglio del 1901 con l'apertura della "Casa di convalescenza per dimesse".              

 

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 Bibliografia  

(1) Federico Scholtz, "Ueber Reforme del Irrenpflege", Lipsia, 1896. 

(2) G.C. Ferrari, "Note di Tecnica Manicomiale", tratto dalla "Rivista Sperimentale di Freniatria, vol.XXII, Reggio Emilia, 1896. 

(3) A.Tamburini, "L'assistenza degli alienati e il Patronato Familiare in Italia", tratto dalla "Rivista Sperimentale di Freniatria, vol.XXVIII, Reggio Emilia, 1902.

(4) L. Cappelletti, "Il trattamento familiare dei malati di mente", tratto da "Giornale di Psichiatria Clinica e Tecnica Manicomiale", Ferrara, 1903. 

(5) A.Tamburini, G.C. Ferrari, G.Antonini, "L'assistenza degli alienati in Italia e nelle varie nazioni", Torino, Unione Tipografico-Editrice Torinese, 1918. 

(6) Archivio Storico degli Ospedali Psichiatrici di Torino, presso il "Centro di Documentazione sulla Psichiatria", Azienda Sanitaria Locale 5, Collegno, Torino. 

(7) Vitige Tirelli, "Cenni sulla Società di Patrocinio per poveri dimessi dal Manicomio e sulla Casa di convalescenza per dimesse", Stabilimento Grafico A.Spandre, Torino, 1911. 

(8) Vitige Tirelli, "Il patronato post-manicomiale nella Provincia di Torino", tratto dalla "Rivista Sperimentale di Freniatria", vol.LIV, Reggio Emilia, 1931. 

(9) A.Marro, "Sulla funzione delle Società di Patrocinio dei poveri dimessi dal Manicomio", tratto da "Annali di freniatria e scienze affini", vol.IX, Torino, 1899. 

(10) A.Bosso, F.Villa, "Strutture intermedie ieri e oggi: attualità di principi e metodi di un'antica Comunità" tratto da "Rassegna di studi psichiatrici", vol.LXXIX, Siena, 1990.