La Reale Certosa di Torino in Collegno

Ritorno

Certosa di Collegno

la fondazione della Certosa Reale di Torino in Collegno

la posa della prima pietra

dopo la Rivoluzione Francese

foto 

La Certosa di Collegno
"Theatrum Sabaudiae"
il portale d'ingresso
la chiesa

L'Ordine dei Certosini

L'ordine religioso dei Certosini è stato fondato nel 1084 da San Brunone a Chartreuse, presso Grenoble, dove fondò la prima Certosa.

Brunone fu consigliere di papa Urbano II che gli permise di fondare una nuova Certosa in Calabria (Certosa di Serra San Bruno).

Da allora sorsero in Europa 282 certose di cui 53 in Italia.

Alle esigenze della preghiera rispondeva sempre la disposizione e la forma delle diverse strutture: poiché, ad esempio, la parte centrale della notte era dedicata alla preghiera collettiva in chiesa, era previsto che i padri potessero accedere direttamente ad essa dalla clausura attraverso il presbiterio.

Al contrario, durante le ore diurne il certosino lavorava, riposava e soprattutto si concentrava in meditazione all'interno della cella, i cui spazi (piu' che una cella un appartamento vero e proprio, completo di giardino e passeggiatoio), rispondevano pertanto, piu' che ad un'esigenza di frustrazione corporale, a quella dell'isolamento e della meditazione.

Poiché nel silenzio e nella solitudine delle celle i monaci trascorrono la maggior parte della loro giornata nel continuo esercizio delle facoltà spirituale attraverso il raccoglimento, lo studio, la lettura delle Scritture, la preghiera e la meditazione, è necessario che esse non siano anguste e inospitali, ma al contrario molto confortevoli e bene attrezzate.

Non bisogna poi dimenticare che in esse venivano praticate anche attività manuali, a cui erano riservate le ore pomeridiane e che consistevano nella manutenzione della cella stessa oppure in lavori utili a tutta la comunità.

Il Priore, capo del convento, è normalmente eletto a scrutinio segreto dalla comunità dei monaci, ed è coadiuvato dal Vicario e dal Procuratore per l'amministrazione della casa in tutti i suoi aspetti religiosi e temporali.

Proprio per la particolarità dei suoi obblighi di cura spirituale e di commercio temporale, il capo del convento riveste il delicato compito di mediatore della vita eremitica e cenobitica della comunità, per cui anche i luoghi delle sue pratiche quotidiane rispondono sempre a questo rapporto tra esterno e interno.

La cella del Priore, ad esempio, è posta tra il cortile e il chiostro, in modo da essere facilmente accessibile anche agli inservienti e agli estranei al convento.

 

La fondazione della Certosa di Collegno

La Certosa di Collegno sorse per iniziativa di Cristina di Francia, reggente di Savoia, (Madama Reale), che, recatasi a Grenoble per incontrarsi col fratello, il re Luigi XII, si recò in pellegrinaggio alla "Grande Chartreuse", casa madre dell'Ordine dei Certosini, e fece voto solenne di erigere una certosa presso Torino.

La fondazione della Certosa di Collegno venne decisa nel 1641 da Cristina di Francia con le seguenti "Lettere Patenti":

Patentes de Madame Royale

Concernant voeu par Elle fait le jour de l'Annonciation de la Glorieuse Vierge Marie avec la procession générale qu'Elle a établie ce jour là dans ses Estats.

Chrestienne Soeur du Roi trés Chretien par la grace de Dieu Duchesse de Savoye, Reine de Cypre etc., Mère Tutrice du Serenissime Charles Emanuel par la grace de Dieu Duc de Savoye, Prince de Piemont, Roi de Cypre etc., et Régente de ses Estats. On a remarqué que la Glorieuse Vierge Marie a toujours honoré de sa particulière protection la Royale Maison de Savoye laquelle aussi en toutes occasions a fait voir qu'elle en recoit, et afin que tout le monde fut temoin du zele, avec lequel Elle l'honorat, comme Elle l'avoit toujour empreinte dans le coeur, Elle en voulut encore avoir l'image devant les yieux instituant pour cet effet l'ordre des Chevaliers de l'Annonciade. Quant à Nous, qui Nous reconnaissons redevables de tout notre bonheur aux graces de cette Divine Princesse, Nous avons résolu d'adjouster à cette ancienne marque de pieté un nouveau témoignage de l'extrème affection, que nous avons pour son service, en lui vouant et sacrifiant nos coeurs, c'est pourquoi puisque le sacré Mystère de l'annonciation donna prémièrement lieu à la Redemption des hommes, nous voulons aussi que précisement à tel jour si heureux pour chascun, il se fasse une procession solennelle accompagnée d'un voeu public, que nous faisons à cette Reine du Ciel, à laquelle nous dédions notre personne, celle de S.A.R. Charles Emanuel Monseigneur mon Fils, des Princesses mes Filles, et de tous ceux de cette Royale Maison, remettant ensemble tous Nos Estats et Fidèles Sujets sous la protection de cette Bienheureuse Vierge et Mere de Dieux, dont la bonté est si grande, qu'Elle fait autant de gloire d'etre l'Advocate des hommes, que l'Imperatrice des Anges.

Nous ordonnons donc à tous nos Sujets tant decà que delà les Monts de vouloir accompagner de leur dévotion notre dit voeu, le renouvellant toutes les années à pareil jour en tous les Lieux de nos Estats avec le plus de solemnité qui se pourra, et faisant des processions célébres et générales avec convocation de tous les Religeux qui ont accoustume d'y assister; et pour davantage exprimer mon zéle en cette occasion suivant en ce les saintes intentions, qu'on avoit déjà feu S.A.R. Mons.r de glorieuse memoire, nous avons fondé sur le meme titre de l'Annonciation un Monastère de l'Ordre de S. Bruno proche cette Ville de Turin, ou ces bons Religeux, dont la vie angelique et contemplative nous édifia extrémement en leur Grande Chartreuse au dernier voyage que nous fismes en Savoye, seront obligés (comme nous esperons qu'ils feront) de présenter continuellement à Dieu pour Nous, leurs prières et oraisons.

Nous supplions donc trés humblement la Très Sainte Vierge de vouloir agréer notre dit voeu trés affectionné, nous procurer envers son Fils bien aimé cette consolation de voir bientot en nos Estats la paix de Nous tant desirée, un repos asseuré à Nos Peuples, et toute sorte de bonheur à Nos Fidèles Sujets.

Signée Chrestienne..............

(Patenti di Madama Reale che riguardano il voto da Essa fatto il giorno dell'Annunciazione della Gloriosa Vergine Maria, con la processione generale da Essa stabilita in questo giorno nei suoi Stati.

Cristina Sorella del Re Cristianissimo, per grazia di Dio Duchessa di Savoia, Regina di Cipro, ecc., Madre Tutrice del Serenissimo Carlo Emanuele per grazia di Dio Duca di Savoia, Principe di Piemonte, Re di Cipro, ecc., e Reggente dei suoi Stati. Abbiamo considerato che la Gloriosa Vergine Maria ha sempre onorato con la sua particolare protezione la Real Casa di Savoia, che in ogni occasione ha mostrato di averla ricevuta, ed affinchè tutti fossero testimoni dello zelo con cui viene onorata, e come è sempre impressa nel suo cuore, ha voluto sempre averne l'immagine sotto gli occhi istituendo per questo l'ordine dei Cavalieri dell'Annunciazione. Quanto a Noi, che dobbiamo ogni nostra felicità alle grazie di questa Divina Principessa, abbiamo deciso di aggiungere a questo antico segno di pietà una nuova testimonianza dell'estremo affetto che abbiamo per il suo servizio, votando a Lei e sacrificandoLe i nostri cuori, per questo, poichè il sacro mistero dell'Annunciazione ha anzitutto determinato la Redenzione degli uomini, noi vogliamo che proprio in questo giorno così felice per ognuno, venga svolta una processione solenne accompagnata da un voto pubblico, che noi rivolgiamo a questa Regina del Cielo, cui dedichiamo la nostra persona, quella di S.A.R. Carlo Emanuele Monsignore mio Figlio, delle Principesse mie Figlie, e di tutti i componenti di questa Reale Casa, mettendo insieme tutti i Nostri Stati e Fedeli sudditi sotto la protezione di questa Beata Vergine e Madre di Dio, la cui bontà è così grande, che è sia l'Avvocato degli uomini che l'Imperatrice degli Angeli.

Noi ordiniamo quindi a tutti i nostri sudditi sia al di qua che al di là dei monti di voler accompagnare con la loro devozione il nostro voto, rinnovandolo ogni anno nello stesso giorno in ogni luogo dei nostri Stati con la maggior solennità possibile, svolgendo processioni grandiose e generali convocando tutti i Religiosi che abitualmente vi partecipano; e per esprimere ancor di più il mio zelo, seguendo in questa occasione le sante intenzioni che già aveva il fu S.A.R. Monsignore di gloriosa memoria, abbiamo fondato sotto il medesimo titolo dell'Annunciazione un Monastero dell'Ordine di San Bruno vicino a questa città di Torino, dove questi buoni Religiosi, la cui vita angelica e contemplativa ci ha estremamente edificati nella loro Grande Certosa nell'ultimo viaggio che abbiamo fatto in Savoia, saranno obbligati (come noi speriamo che faranno) a presentare continuamente a Dio per Noi le loro preghiere ed orazioni.

Noi dunque supplichiamo con grande umiltà la Santissima Vergine di voler gradire il nostro voto ........)

Nel 1648 venne posta la prima pietra della chiesa della certosa, come ricorda il testo di questa lapide:

Jesus Maria

Deipara Annunciata Virgini

Humani generis Servatrici

Ob Regiam servatam Sobolem

Diu servaturae

Christina Francica Caroli Emanuelis Parens et Tutrix

Ex grati animi voto Populorum plaudente pietate

Templum hoc primo a fundamentis imposito lapide

Donat et dedicat

Ord. Carthus. Praeposito Generali D. Leone Fixier

Priore D. Laurentis de Sancto Sixto

Anno Domini MDCXLVIII

augusti die decima

Nel 1641 Madama Reale acquistò dal conte Ottavio Provana di Collegno un palazzo "con aera et case ad esso attinenti, giardino et bosco", palazzo che era stato fatto costruire nel 1614 da Bernardino Data, funzionario dell'Amministrazione della Casa Ducale ed aiutante di Camera del duca di Savoia Carlo Emanuele I. Successivamente Madama Reale, per tenere fede al proprio voto, acquistò altri terreni ed edifici adiacenti, prati e boschi, per completare l'area su cui sarebbe sorta la Certosa.

I monaci, provenienti da Banda, località presso Villarfocchiardo, nel 1595 si erano stabiliti ad Avigliana in un piccolo monastero che fu abbattuto nel 1630 per poter costruire nuove fortificazioni; dovettero perciò tornare a Banda, da cui furono richiamati nel 1641 per occupare la nuova Certosa, dedicata all'Annunziata, patrona di Casa Savoia.

Madama Reale aveva per la Certosa grandiosi progetti che furono più volte ridimensionati per difficoltà finanziarie.

I lavori cominciarono subito, poichè il palazzo, già occupato dai monaci, era in condizioni pietose.

Il primo personaggio che si occupa della costruzione della Certosa è l'ingegnere Maurizio Valperga, Primo Ingegnere di S.A., che fu incaricato di eseguire il primo progetto, progetto che non è giunto fino a noi e che fu eseguito solo parzialmente. Può farci capire come potesse essere il progetto del Valperga l'incisione del "Theatrum Sabaudiae" che raffigura la Certosa di Collegno.

Un altro personaggio che arricchisce notevolmente la Certosa è l'architetto Filippo Juvarra che operò a Collegno intorno al 1725 con un progetto per l'ingrandimento della Certosa che comprendeva la porta, l'atrio, la cappella, il chiostro, la foresteria e due idee per la nuova chiesa. Dopo le trasformazioni dovute alla trasformazione della certosa in Ospedale Psichiatrico, è rimasto solo il portale d'ingresso ed alcuni disegni per la chiesa, che testimoniano la grandiosità dell'impostazione dello Juvarra.

L'ultimo architetto che si occupa della Certosa è Barnaba Panizza, di cui abbiamo una planimetria del complesso religioso del 1854, eseguita poco prima della trasformazione dell'impianto architettonico in ospedale psichiatrico, dove sono molto ben precisate le funzioni di ogni singola parte del complesso religioso

La Certosa di Collegno ebbe la costante protezione dei Sovrani Sabaudi e nel corso degli anni accumulò proprietà cospicue a Collegno, Rivoli, Avigliana, Saluzzo, Barge ed in numerose altre località del Piemonte.

Alla fine del '700 la famiglia religiosa è composta da 25 monaci, 10 fratelli conversi, 15 famigli, in tutto 50 persone.

Quando il Piemonte fu occupato dalle truppe francesi, nel 1800, anche i certosini di Collegno subirono la sorte di tutte le istituzioni religiose, private delle loro sostanze ed obbligate a sciogliersi.

Gli edifici della Certosa divennero proprietà demaniali e passarono poi in gran parte in mani private. Il Monastero e la Chiesa subirono notevoli danni e ruberie.

Dopo il ritorno dei Savoia nei loro territori, la Certosa viene riaperta e rientra in possesso degli edifizi; il patrimonio complessivo della Certosa era tuttavia ben lontano dall'antico splendore, il monastero era privo di risorse, per cui non prosperò molto ed il numero dei monaci, nonostante l'apertura di un noviziato, fu sempre più scarso.

I religiosi, dopo il turbolento periodo della rivoluzione francese e dell'occupazione del Piemonte, inviano al Re Vittorio Emanuele I, appena tornato dall'esilio, numerose suppliche proponendo di rientrare in possesso dei loro beni:

S.R.M.,

Li Monaci della Reale Certosa di Collegno unitamente a quelli delle altre Certose del Piemonte, che si residuano tra tutte quattro al n° di 28 Sacerdoti oltre li Conversi, rappresentano umilmente a S.R.M. il loro vivo desiderio di riassumere lo stato Monastico da essi professato e di rientrare in alcune almeno delle loro Case, d'onde furono espulsi dal cessato Governo, e particolarmente in quella di Collegno per li seguenti riguardi e riflessi :

1° - Per essere la Reale Certosa di Collegno la meno devastata nelle fabbriche, epperò di minore dispendio nelle riparazioni.

2° - Per essere il Locale perfettamente libero da altre destinazioni.

3° - Per essere la maggior parte dei Beni, che fornivano la sussistenza alli Religiosi della Reale Certosa ed ai numerosi poveri, che giornalmente vi accorrevano, ancora attualmente invenduti, e lo stesso si è pure a riguardo dei Beni delle Certose di Pesio e Casoto, li di cui fabbricati però sono stati molto danneggiati ed in parte venduti, epperò richiederebbero riparazioni grandiosissime, non potendosi però dire lo stesso della Certosa d'Asti, perchè sono stati alienati li beni, ed il fabbricato, e questo quasi affatto distrutto.

4° - Per essere la Certosa di Collegno stata fondata, come per voto, dalla munificenza della Reale Principessa Madama Cristina di Savoia in allora Reggente e Tutrice del Reale Infante Carlo Emanuele all'oggetto di impetrare lo special patrocinio della B.Vergine ( di qual protezione la Real Casa di Savoia in tutti li tempi ne sperimentò degli effetti maravigliosi, e massime negli ultimi trascorsi ) per la conservazione preziosa di S.A.R. e Reali Principesse, come ne risulta dalle Regie Patenti della prelodata Principessa Madama Cristina rapportate dal Guichenon al tom.3, pag.586, e quello che è ancora di più perchè la Certosa Reale di Torino dovrebbe essere la Chiesa del Supremo Ordine della SS.Annunziata a tenore di quanto scrisse il Morozzo nel suo libro intitolato "Teatro Cronologico del Sacro Ordine Certosino" alla pag.274, dove rapporta che essendosi dalla gloriosa memoria di Amedeo VI Conte di Savoia, ed Istitutore del Supremo Ordine della SS.Annunziata, fondata la Certosa di Pietra Castello nel Bugesio, ordinò che in essa si facessero le adunanze dei Cavalieri dell'Ordine di esso recentemente istituito, e che ivi venissero sepolti li loro Cadaveri coll'intervento di tutti li loro Colleghi vestiti coll'abito Certosino (1) e queste adunanze degli Ecc.mi Cavalieri del Supremo Ordine si sono tenute in detta Certosa dall'anno 1410 sino al 1609 epperò pel corso di anni duecento circa, tempo in cui il Duca Carlo Emanuele I, avendo ceduto alla Francia il Bugesio in compenso del Marchesato di Saluzzo, ordinò indi che le dette adunanze si facessero per l'avvenire nell'Eremo dei Camaldolesi da esso fondato recentemente sui monti di Torino sino a che avesse eretta in questa Città una nuova Certosa (2), ma impedito questi dalle continue guerrenon ha potuto eseguire la sua pia intenzione, e prima di morire ordinò detta fondazione al Duca Vittorio Amedeo I°, al quale nel suo breve Regno di anni 7, perchè anche disturbato dalla guerra, essendo neppure stato possibile di effettuare questa fondazione ne incaricò la Reale Principessa Madama Cristina, e questa, come si è sovra esposto, eseguì in un coi suoi voti le pie intenzioni dei suoi Reali Predecessori colla fondazione di detta Reale Certosa di Collegno di cui, accompagnata dai Grandi dello Stato, ne pose la pietra fondamentale li 10 agosto 1648 sulla quale vi si scolpì la seguente iscrizione (3).

Li suddetti Monaci si lusingano che S.R.M. secondando parimenti le pie intenzioni, ed inseguendo le tracce dei Reali Suoi Predecessori, vorrà per tratto dell'avita sua pietà religiosamente conservare ed eziandio confermare quanto fu dai medesimi disposto, come per voto, a favore del Sacro Ordine Certosino, parzialmente per la Certosa di Torino con graziare li detti Monaci di dichiarare essere la Chiesa di questa Certosa quella destinata pel Supremo Ordine della SS. Annunziata a norma e perfetto compimento della pia e verace intenzione del Reale Fondatore Amedeo VI, mentre la destinazione fatta dell'Eremo di Torino per un tale oggetto non fu che interinale, e ad tempus donec Carthusiensibus novam Taurini sedem excitaret, generalmente poi pel ristabilimento di una o due delle altre Certose pel vantaggio che la società proseguirebbe a provarne per comodo di chi disingannato dal Mondo brama condurre una vita contemplativa e fuori dei tumulti del Secolo.

Pieni pertanto li suddetti Monaci di fiducia e confidenza nella somma bontà di S.R.M. ne implorano la Sovrana sua Munificenza, acciò si degni loro accordare la grazia di rientrare al possesso delle loro solitarie celle per ivi occuparsi a rendere grazie all'Altissimo pel felice ritorno di S.R.M. nei suoi Stati, e per quello, che ben presto si spera e desidera di S.M. la Regina nostra Augusta Sovrana, e di tutta la Reale Famiglia, come altresì per la loro costante prosperità e graziosa conservazione.

(1) Amedeus VI Sabaudiae Comes auctor Ordinis Equitum Annunciationis B.M.Virginis, voluit etiam fundamenta hujus Eremi (Carthusiae Petrae Castri) suis impensis locari, in quo Equitum eorundem coetus cogerentur, cadavera tumularentur, et ad jura defunctis persolvenda coeteri Collegae, Carthusianorum habitu induti interessent. (Morotius in Theatro Chronologico Sacri Ord. Carthusianorum, pag.274

(2) Coetus etiam Excell.mo Ordinis Annunciationis Equitum ibidem celebrati sunt ab anno 1410 ad 1609, quo Carolus Emanuel 1° accepto pro Bugesio Marchionatu Salutiarum, sancivit Ordinis hujus comodi celebrandos deinceps in Eremo P.P. Camaldulensium asedudum inter Collis Taurinensis saltus instituta, donec Carthusiensibus novam Taurini sedem excitaret. (ibidem pag. 275).

(3)Jesus Maria, Deipara Annunciata Virgini, Humani generis Servatrici, Ob Regiam servatam Sobolem, Diu servaturae, Christina Francica Caroli Emanuelis Parens et Tutrix, Ex grati animi voto Populorum plaudente pietate, Templum hoc primo a fundamentis imposito lapide, Donat et dedicat, Ord. Carthus. Praeposito Generali D. Leone Fixier, Priore D. Laurentis de Sancto Sixto, Anno Domini MDCXLVIII augusti die decima.

In questa lettera del 28 marzo 1820, inviata all'Economo Generale, si chiedono ulteriori stanziamenti di fondi, essendo le spese da sostenersi per le riparazioni della certosa superiori al previsto, tanto più che fin dal 1816 i religiosi erano stati nominati Cappellani del Supremo Ordine della SS.ma Annunziata:

Eccellenza,

Essendosi S.S.R.M. degnata, coerentemente al piano progettato dalle due Regie Commissioni Ecclesiastiche, di ordinare il ristabilimento della Real Certosa di Collegno, per ivi riunire quei Religiosi delle quattro antiche Certose del Piemonte, che agli opportuni requisiti avrebbero riunito il desiderio di riassumere il loro professato Stato Monastico, creandoli e destinandoli nello stesso tempo (come da dispaccio diretto da cod.a R.Segreteria, in data 28 febbraio 1816, all'Ill.mo Sig. Conte Piossasco di Scalenghe, Segretario dell'Ordine Supremo della SS.ma Annunziata) Cappellani del Supremo Ordine della SS.ma Annunziata, secondo la pia intenzione del Real Principe Amedeo VI, fondatore del medesimo Ordine;

Ad eseguimento di questa Sovrana Provvidenza, fu ordinato con lettera della Segreteria di Stato, del 9 gennaio 1818, che dalle Regie Finanze venissero dimessi, a favore di detta Certosa, tutti li beni e fondi non alienati, esistenti sul territorio di Collegno, e già di spettanza della medesima; e lo stesso ordine venne pure diramato al Regio Economato dei Beni Ecclesiastici vacanti, riguardo al fabbricato ed effetti passati da qualche tempo sotto l'Amministrazione di detto Ufficio.

Tali cessioni essendo state effettuate colle debite legali formalità, per parte sia delle Regie Finanze che del Regio Economato, con intervento per parte della Certosa del Padre D.Benedetto Nizzati, qual Commissario nominato dal P.Generale dell'Ordine Certosino, e per tale riconosciuto dal Regio Governo; subito s'intrapresero le più urgenti ed indispensabili riparazioni per rendere funzionabile la Chiesa, che si trovava ridotta alle nude quattro mura e porte principali; e per riformare la maggior parte dei coperti e ripassarli tutti, nonchè tutto il resto del fabbricato, venuto a deplorabile stato; di modo che, nel termine di circa 7 mesi, si sono portate le prime e più necessarie riparazioni al segno di potervi riunire li Religiosi.

Tale e tanta fu però l'inevitabile spesa di riparazioni di prima necessità, che avendo quasi intieramente assorbito i redditi, ossia fitti del primo anno, il Superiore ed i suoi Monaci si viddero costretti d'umigliare un ricorso a Sua Maestà, per mezzo di cod.a R.Segreteria, impetrando un sussidio sul R.Economato, in vista dell'egregio annuo reddito di lire 27 mila, che ricava dal tenimento di Propano, già di spettanza di questa R.Certosa.

Emanò di fatti una benigna provvidenza, con cui fu accordata ai Ricorrenti la somma di lire tremila pel principio del 1819, e di duemila pel S.Gioanni delle mesi seguenti.

Tuttavia la moltiplicità ed urgenza dei debiti, obbligarono i Religiosi ad esporre nuovamente a S.M. che le sole riparazioni per mettere la Chiesa e il Monastero in istato di poter essere religiosamente funzionata quella, ed abitato questo, avevano esaurito pressochè l'intiero fitto dell'annata, il quale allora, dedotte le imposte, ascendeva a lire 15 mila, e nell'anno corrente è già diminuito di lire 2 mila, attesa la cessazione già seguita d'una porzione dell'affittamento, che terminando intieramente al S.Martino venturo, porterà la diminuzione del reddito a poco meno di lire 5 mila. Imploravano perciò i Religiosi, e con benigno rescritto ottennero un supplemento di sussidio eguale alla già esatta somma di lire 3 mila, con cui cominciarono a pagare i debiti più clamorosi; ritenendo i medesimi ferma speranza d'ottenere con nuove suppliche altro supplemento di lire 4 mila, alle già concesse 2 mila della rata di S.Gioanni; di maniera che il sussidio totale possa almeno conflare la somma di lire 12 mila, mentre le sole grosse e più indispensabili riparazioni dei tetti, fabbriche, vetri, finestre e porte sono già ascese a lire 14 mila e più, senza annoverare tra queste le altre enormi e pure egualmente inevitabili spese di provvista degli utensili li più necessari di Cantina, Cucina, Refettorio, ecc.: nonchè le altre riparazioni, che nella prossima primavera saranno costretti di far eseguire al muro di cinta della clausura pericolante in vari siti, le quali non ascenderanno a meno di lire 2 mila.

Osano quindi lusingarsi i Ricorrenti, affidati all'innata bontà e gentilezza di Vostra Eccellenza, che degnandosi Ella di far valere a loro favore presso Sua Maestà il sovr'esposto genuino stato delle cose, saranno dessi per riportare ampiamente alla Sovrana Munificenza, colla graziosa intervenzione di V.E., la sovr'accennata, od ogni altra miglior Provvidenza, che per le suddette loro angustiose necessità umilmente implorano, che della grazia...

Il Priore e Monaci della Reale Certosa

Appena si presentò l'occasione di utilizzare i locali della Certosa l'amministrazione pubblica non se la lasciò sfuggire: nel 1850 vi furono collocati 50 "mentecatti" provenienti dal sovraffollato "Regio Manicomio di Torino", che cercava una succursale, in locali indipendenti dal chiostro.

Poco tempo dopo vennero inseriti nella Certosa altri 100 ammalati, che i monaci si rassegnarono ad accettare nonostante il grande disagio che dovevano subire.

Nel 1855, con la legge sulla soppressione di alcune comunità religiose, i Certosini abbandonarono definitivamente il loro monastero, che fu interamente occupato dal "Regio Manicomio".