Figura 1 | progetto del laboratorio anatomopatologico, 1880 |
Figura 2 | preventivo della spesa per la sala anatomica, 1880 |
Figura 3 | disegni di Fenoglio per il progetto di padiglione dei bambini |
Figura 4 | laboratori clinico-scientifici: stato dell'opera nel 1890 |
Figura 5 | sezione idroterapica, anni Venti |
Figura 6 | stato attuale dei locali del Laboratorio alla Sezione 18 |
Figura 7 | il Laboratorio, alla Sezione 18, oggi |
Figura 8 | visita ufficiale negli anni Trenta |
Figura 9 | prospetto principale del nuovo laboratorio, 1902 |
Figura 10 | la palazzina oggi |
Le prime tracce della complessa vicenda edificatoria del Laboratorio Anatomopatologico di Collegno si ritrovano in un atto del 2 agosto 1880 ("Relazione del Condirettore Cravero intorno alla costruzione di una sala anatomica, camera mortuaria e deposito dei feretri"). Si propone infatti "la costruzione di un edificio pella sala anatomica …prima di porre in attività la nuova cucina e di abbandonare il locale occupato a tale uso .... La località prescelta dalla suddetta Commissione pare sia la più conveniente, non avendo per nulla ad intralciare le costruzioni che verrebbero col tempo progettate, ed essendo bastantemente discosto dalle fabricazioni abitate, come lo richiede l'igiene. Il medesimo è composto della pianta dei due piani, del prospetto e di una sezione longitudinale da cui si può avere un'idea esatta del fabbricato ad opera compiuta ". (Figura 1)
Come si può notare, nel documento si tace l'esatta posizione del fabbricato e soprattutto, persi i disegni di cui sopra accennato, non si percepisce l'esatta conformazione dell'edificio. Nella relazione, si sottolinea però più volte, il legame fra il laboratorio erigendo e la cucina dell'ospedale. Questo, come dimostreremo più avanti, sarà un fattore determinante per la localizzazione della costruzione.
Illuminante, per la sua precisione, al fine di tracciare una possibile ricostruzione del laboratorio, è il “calcolo preventivo della spesa pella costruzione di un edifizio pella sala anatomica, camera mortuaria e deposito dei feretri alla Succursale di Collegno ..." presente nella relazione. (Figura 2)
Dai dati ivi riportati è possibile ipotizzare un edificio di esigue dimensioni con piano cantinato, come confermano i dati relativi allo scavo per le fondazioni che riportano una lunghezza di m 10,60, una larghezza di m 6,10 ed un'altezza di m 3,20.
Si tratta di edificio con muratura portante a setti trasversali con pietra a spacco fino alla quota di campagna e con muratura a scapoli in pietra con doppia cintura in mattoni per tutto il piano fuori terra. Il locale era dotato di due porte di accesso di m 1,56 e di quattro finestre della luce di m 1.26. Queste dimensioni, riscontrabili in alcune porte e finestre ancora presenti nel chiostro centrale, hanno portato la scrivente a ipotizzare quindi la presenza del laboratorio all'interno del nucleo più antico dell'Ospedale Psichiatrico.
Dotato di tramezzi in mattoni, l'edificio era completato da volte in mattoni sia al piano terreno che nel sotterraneo, coperto da un tetto a due pendenze con teste e padiglione, intonacato ad arricciatura per le pareti esterne fino allo zoccolo e, per le pareti interne del sotterraneo e del piano fuori terra, era, infine, dotato di un pavimento in asfalto al piano terreno ed in selciato di ciottoli al piano sotterraneo.
Il totale preventivo dell'opera era di Lire 3.500.
Come si può osservare, fra le varie voci non vengono citate lastre in pietra o finimento in ferro battuto per le scale: l'edificio era quindi solo ad un piano fuori terra e al piano sotterraneo si accedeva molto probabilmente da un altro ingresso. Ma com'era possibile questo, visto che tutti gli edifici del Manicomio erano a due o tre piani fuori terra e come mai il laboratorio era strettamente legato alla cucina?
Una relazione del 31 ottobre 1901 porrà risposta ai suddetti quesiti. Si parla infatti di una sopraelevazione dell'antico fabbricato delle suore per adibirlo a padiglione dei bambini ammalati. Come si evidenzia dalla planimetria generale del Manicomio redatta dall'ing. Luigi Fenoglio nel 1902, il fabbricato delle suore era tangente alla vecchia cucina. E' probabile pertanto che il laboratorio fosse anch'esso nella stessa manica e che sia stato successivamente rialzato per mantenere una continuità di facciata. (Figura 3)
Risolto così il legame fra cucina e laboratorio, e definito il numero dei piani fuori terra, è possibile suffragare, inoltre, questa ipotesi misurando la luce della campata dell'ala in questione. Questa infatti, corrisponde a quella dei computo, così come la descrizione costruttivo‑tecnologica dell'edificio.
Non ci sono relazioni successive che specifichino l'attività di questo laboratorio, non si sa se fu dismesso, perché lo si abbandonò e per ordine di chi, certo è che dieci anni dopo, ovvero il 18 giugno 1890 "la Direzione approvò in massima la costruzione di apposito edifizio addossato al muro di levante del Chiostro in Collegno per servizio dei laboratori scientifici e mandò alla Commissione stessa di allestire un progetto concreto”
Il 10 settembre 1890 il condirettore Fenoglio presentò “il progetto per fabbricazione di un padiglione in Collegno per laboratori medici e camere di deposito cadaveri ......”.
La direzione approvò il progetto e la relativa spesa, preventivata in Lire 30.000; solamente due anni dopo, il 7 dicembre 1892, I laboratori vennero trasferiti nella nuova sede. La relazione del 22 giugno 1898 dice:
"Quando si ideò di costruire l'attuale edificio dei laboratori scientifici, si era deliberato di trasportare i cadaveri per la via dei sotterranei e di depositarli in una sala pure sotterranea, dalla quale per mezzo di un ascensore sarebbero stati portati nella sala delle autopsie. Più tardi invece i sotterranei vennero stabilmente chiusi, sicché i cadaveri verrano trasportati nell’Istituto lungo il corridoio a pian terreno. Così modificato il progetto, cessa la sua utilità di una stanza di deposito sotterraneo, e a suo luogo si potrebbe usufruire la stanza che sta a lato della sala delle autopsie, e ora è usata come ricetto di animali operati. Questa stanza, nel più caldo della estate, avrà lo svantaggio di non essere fresca conie la stanza sotterranea ma ci procurerà il risparmio delle spese d'impianto e di funzionamento di un ascensore, renderà meno complicato il servizio, e procurerà una più facile sorveglianza sul deposito di cadaveri. Per l'adattamento delle due stanze per l'ufficio di sale di deposito e di sala di autopsia, sarà necessario di eseguire alcune opere di poco costo: nella sala delle autopsie converrà sostituire all'attuale pavimento in asfalto guastatosi per rigonfiamenti verificatisi nell'asfalto stesso, un pavimento impermeabile per esempio di piastrelle legate in cemento, disposto a piano inclinato e munito di uno scaricatore per l'acqua di lavatura. Converrà inoltre modificare qualche finestra, provvedere alle persiane che mancano e forse mutare di posto una stufa”
E' possibile comprendere come si trattasse di un nuovo edificio a due piani fuori terra ed un piano sotterraneo, collegato agli altri padiglioni attraverso cunicoli, successivamente chiusi.(Figura 4)
La sua collocazione lungo il muro di levante e la sua successiva variazione di funzione da laboratorio a sezione idroterapica documentata in particolari costruttivi, da una foto originale dell'archivio del prof. Bruno Bruni, (Figura 5), è ulteriormente specificata nella descrizione di proposta di trasferimento datata 28 novembre 1900:
"... il fabbricato che più di tutti si presta a tale uopo e che presenta tutte le comodità di accesso ed ha sufficienti ambienti è quello in cui ora si trovano i Laboratori scientifici. Invero tale locale costruito proprio nel centro del Manicomio ha comunicazione mediante un porticato con tutte le Sezioni Femminili e Maschili dei ricoverati sì ricchi che poveri, cosicchè qualunque sia il tempo o la stagione si possono i medesimi accompagnare nel luogo di cura. Inoltre consta di tre piani, il piano sotterraneo ed il primo piano, con annesso terrazzo. Attualmente nel piano dei sotterranei vi sono magazzini di legno e carbone e vi è deposito di casse fuori uso.
Il piano terreno ha quattro grandi sale di 36 metri quadrati caduna, delle quali la prima serve da deposito delle salme, la seconda per la sala anatomica, la terza e la quarta per laboratorio clinico.
Al piano superiore vi sono quattro sale corrispondenti a quelle del piano terreno. Due di esse servono al Laboratorio Neuropatologico e le altre due non sono ancora occupate.
Trasportando altrove la sala anatomica ed il deposito delle salme, che in tale luogo centrale ha una sede non opportuna, ed al piano superiore il Laboratorio Clinico, il piano terreno rimane pienamente libero... "
Questi elementi hanno permesso l'identificazione del suddetto Laboratorio con l'attuale Sezione 18, nonostante passate e recenti opere di manutenzione straordinaria.
(Figura 6) - (Figura 7) - (Figura 8)
Nel 1902 il condirettore Fenoglio produsse i disegni e la descrizione di un nuovo fabbricato a 2 piani per il Laboratorio Anatomopatologico (L'Ingegnere igienista, III, n. 11, 12, 13, 14, 15) anche secondo le norme dei condirettore Luigi Pagliani, professore di igiene della Università di Torino.
La palazzina (Figura 9) verrà mantenuta in funzione con progetti di stabulari ancora nel 1950, fino alla fine degli anni Sessanta, chiudendo le vicende costruttive del Laboratorio Anatomopatologico di Collegno.
La palazzina oggi, Figura 10