La prima metà dell'ottocento, dalla restaurazione all'unità d'Italia

INDICE

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1814

Caduto l'Impero Napoleonico, ritorna dalla Sardegna Re Vittorio Emanuele I.

1815

La Confraternita del Sudario inoltra una supplica al Re in cui chiede che venga ad  essa restituita l'Amministrazione dell'Ospedale ed il possesso di tutte le sostanze un tempo appartenenti ai due Enti.  La supplica è accolta e con R.Biglietto la Confraternita riottiene l'amministrazione dell'Ospedale.

Documento n° 1: "Sua Maestà ... si è degnata di richiamare alle sue funzioni l'Amministrazione del Regio Ospedale de' Pazzerelli di cui io fui già col Reale Biglietto del 18 Novembre 1799 prescelto per provvedere al buon governo ed amministrazione"

Documento n° 2: "Il Re di Sardegna, di Cipro, di Gerusalemme...... " nomina gli Amministratori dell'Ospedale dei Pazzerelli.

Documento n° 3: "Il sottoscritto Laureato in Medicina.... essendo ora l'Amministrazione del Regio Ospedale dei Pazzerelli restituita alla saggia direzione ... osa umilmente pregarle a volergli fissare quello stipendio che loro sarà beneviso... Umilissimo servo medico Domenico Vincenzo C."

1818

Dati i sempre più gravi problemi di affollamento e di difficoltà a nutrire tale massa di persone da parte di un ospedale senza fondi e senza redditi, Vittorio Emanuele I emana un editto con cui ordina che le Province in cui erano nati i mentecatti poveri devono pagare all'Ospedale le spese del mantenimento (Lire 150 annue per ciascun ricoverato)

1819

La Confraternita del Sudario, rimasta anch'essa priva di qualsiasi mezzo, è aiutata a più riprese dall'Ospedale, che si assume l'obbligo di pagare lo stipendio al Rettore.

1822

A Vittorio Emanuele 1° succede Carlo Felice; viene nominata una nuova Amministrazione del Regio Ospedale dei Pazzerelli.

Documento n° 4: "Il Re di Sardegna, di Cipro e di Gerusalemme.... abbiamo stimato di nominare per tale ufficio i seguenti soggetti... "

1823

Gli abitanti delle case di via Figlie dei Militari protestano per la fastidiosa vicinanza dei ricoverati. Dopo alcuni progetti di ampliamento e ristrutturazione del vecchio fabbricato, in considerazione dell'eccessivo affollamento, della necessità di suddividere i malati a seconda del sesso e del tipo di malattia, l'Amministrazione adotta l'unica soluzione possibile, la costruzione di un nuovo grande ospedale.

1824

Viene affidato all'architetto Talucchi, professore nella Regia Universita', l'incarico di redigere un progetto del nuovo edificio

Intanto alcuni ricoverati vengono dimessi, altri pazzarelli chiedono di entrare:

Documento n° 5: "Non havvi niente in contrario che i nominati B.D. e F.P. vengano posti in libertà, dove sia cessata la mania da cui erano affetti".

Documento n° 6: "Certa Giovanna Maria R. ... di presente ritenuta nelle carceri di Acqui, siccome inquisita di furto, essendo stata riconosciuta affetta da mania, .... farmi assapere se in codesto ospedale siavi posto... ".

1825

E' agli inizi il metodo di compilazione della storia clinica: L'Amministrazione dell'Ospedale stabilisce che:

"insieme ai documenti generici per l'ammissione, sia anche una relazione del medico e chirurgo che  curò e visitò e riconobbe il ricoverando in stato di mania furiosa; la quale indichi il principio, il progresso e stato della malattia e dell'individuo; la probabile causa della malattia stessa, i rimedi dati e i loro effetti, il sentimento di chi ne ebbe la cura e il modo che crede poterlo guarire"

Documento n° 7: ".. oltre delle altre carte ora richieste, sieno pur anco muniti di una relazione del Medico o Chirurgo da cui furono visitati... "

Documento n° 8: "La detta relazione vuolsi considerare come un documento utile, ... ma non indispensabile pel ricevimento dei maniaci.. " 

1826

Il Governo decide di elevare la pensione dei mentecatti poveri da L.150 a L.200, da pagarsi per 4/5 dalle Province e per 1/5 dai Comuni di origine.

Documento n° 9: "... Venne incaricato il signor Tesoriere dell'Opera dell'esazione delle pensioni a carico delle Province e dei Comuni ... pei mentecatti poveri ricoverati nel detto Istituto".

1827

Con un lungo memoriale, la Direzione sottopone all'approvazione del Sovrano il progetto Talucchi. In questo memoriale per la prima volta si parla di una voce che gia' correva sotto il Governo di Francia, per cui l'Ospedale si dovrebbe trasportare nel fabbricato della Certosa di Collegno, possibilita' in quel momento osteggiata dalla Direzione.

Documento n° 10: "Il Consiglio d'Amministrazione del Regio Spedale de' Pazzi ... espone umilmente a V.M. rendersi di giorno in giorno vieppiù sensibile la assoluta insufficienza del locale ossia fabbricato che serve attualmente al loro ricovero e la conseguente indispensabile necessità di ingrandimento. ..."

1828

La Citta' di Torino concede un largo quadrilatero di circa 6 giornate di terreno, a nord-ovest della citta', gia' occupato dalle fortificazioni, delimitato dalla via della Consolata, dalla via San Massimo (ora Corso Regina Margherita), dalla via Valdocco e dalla via Giulio. Il Talucchi riconosce il luogo idoneo ed elabora un ulteriore progetto, approvato dal Re Carlo Felice.

 Finora i medici in carica erano stati tre, tutti con servizio esterno; l'Amministrazione decide di avere un medico interno, stabile: per la prima volta viene indetto un concorso, procedimento nuovissimo, cui partecipano 7 candidati; viene nominato a medico interno il dottor Benedetto Trompeo. Fanno il loro ingresso in Ospedale, chiamate a presiedere al servizio nel reparto femminile, le Suore della Carita' dell'Ordine di S.Vincenzo. Il dottor Trompeo presenta un progetto "per la medicina domestica" e scrive "sullo stato dei fatui ed epilettici"; si dedica all'organizzazione di  tipo ospedaliero, compilando l'orario ed il regolamento per gli infermieri e malati. Attua nella pratica il concetto del lavoro come cura dei malati, decidendo di utilizzare i ricoverati nella costruzione del nuovo ospedale di via Giulio. Si afferma sempre piu' la gestione diretta dei servizi: gia' esistono il forno pane, la sartoria, la calzoleria e la materasseria all'interno, cui sono adibiti anche i ricoverati.

Documento n° 11: "Presentazione di Stato per le infermerie... ha autorizzato il detto signor Medico Trompeo di farlo stampare.. "

Documento n° 12: "memoria presentata dal dottor Trompeo in cui si chiede" un metodo per i bagni da darsi in camera a chi per ritrosia non gradisce i bagni in comune, migliori cautele per i ricoverati dimessi ed affidati ai parenti, procurare ai ricoverati una qualche giornaliera occupazione.

Documento n° 13: Progetto del dottor Trompeo sulla medicina domestica e sullo stato dei fatui ed epilettici.

Documento n° 14: "ha incaricato il signor Medico Trompeo di formare due liste separate con designare in una di esse li nomi, cognomi e patria dei semplici fatui e nell'altra quelli che sono viziosi o falsi dementi"

1829

Sempre su proposta del dottor Trompeo l'Amministrazione (che ora si  chiamera' Direzione) acquista i nuovi letti per i "furiosi". Il dottor Trompeo pubblica un "Saggio sul Regio Manicomio di Torino con alcuni cenni intorno all'indole ed alla cura delle malattie mentali". Da questo documento si apprende che nell'Istituto, situato ancora in via Figlie dei Militari (ora via S.Domenico) sono ricoverate piu' di 300 persone .Il dottor Trompeo fa adottare dei mezzi contentivi piu' dolci, tendendo alla loro abolizione, combatte l'uso dei salassi nella cura delle alienazioni mentali, elabora un progetto del prof. Hildebrand dell'Universita' di Pavia per l'istituzione di una clinica psichiatrica, trasmesso dalla Direzione alla Segreteria di Stato.

Documento n° 15: "Il signor dottor Trompeo ... ha presentato un lavoro da esso compilato concernente analisi del saggio psichiatrico del Professore Hildenbrand... "

Documento n° 16: "...doversi fare nuovi letti per i furiosi col necessario corredo per togliere il sistema delle catene"

Documento n° 17: "Il signor Dottore Trompeo ha offerto alla Regia Direzione il Saggio sul Regio Manicomio da lui fatto stampare..."

Documento n° 18: "Metodi più dolci ai ricoverati all'epoca del loro ingresso" - "Raddolcimento dei mezzi coercitivi"

1830

I lavori nel nuovo ospedale procedono lentamente per mancanza di fondi; il progetto subisce continue variazioni e di conseguenza aumenta il  preventivo di spesa. 

E' nominato Medico Primario il dottor Cipriano Bertolini. La nuova pianta organica prevede un primario, un aiuto ed un Chirurgo, tutti interni. 

Viene assunto come Medico Assistente, sotto la direzione del dottor Bertolini, il  dottor Giovanni Stefano Bonacossa, che sara' Primario per 32 anni. Sono trasmesse norme per l'ammissione dei ricoverati a tutti i medici della Provincia e norme per il loro rilascio.

Documento n° 19: "Scelta del nuovo medico in rimpiazzamento del dottor Trompeo. Nuova pianta dei Medici e Chirurghi addetti all'ospedale".

Documento n° 20: "... vi saranno all'interno dello Spedale due medici, uno primario con alloggio di cinque camere .... l'altro assistente con alloggio, tavola, fuoco ... un Chirurgo incaricato ... in specie delle autopsie.."

Documento n° 21: "Il Medico primario dello Spedale Signor Dottore Cipriano Bertolini espone il piano che si propone di seguire nella direzione e cura che sta per intraprendere... in specie sopra un nuovo metodo di servizio delle Infermerie, confezione e distribuzione di certi medicamenti, nonchè intorno alle cautele da adottarsi per le future admissioni dei ricoverati, indicando in apposita tabella le cause principali fisiche e morali da cui procedono le aberrazioni mentali".

Documento n° 22: "La Regia Amministrazione ha nominato il Signor Dottore Bonacossa a Medico Assistente di questo Regio Spedale ..."

1831

Il dottor Cipriano Bertolini nel periodo in cui fu direttore del Regio Ospedale attuò numerose iniziative a favore dei ricoverati, tra cui un nuovo sistema di "bagni medicati", l'esperimento "del ghiaccio", una non meglio precisata "machina elettrica".

Il dottor Bertolini scrive anche"sulla riforma delle manette ai ricoverati e sulla precauzione nell'ammessione degli stessi". Ci da' notizie del trasloco nel nuovo  ospedale dei primi 20 ricoverati. Inizia la pubblicazione di un prospetto statistico-psichiatrico e tenta una classificazione dei ricoverati secondo i nuovi indirizzi (siamo ai tempi di Esquirol).  

Documento n° 23: "La ricoverata Signora ... Courty abbisogna di prendere alcuni bagni particolari, che le ripugna di prenderli nel modo comune alle altre ricoverate... "

Documento n° 24: ".. fare acquisto del ferro indicato per le autopsie come pure d'un bonetto di tela cerata per l'esperimento del ghiaccio sul capo dei ricoverati"

Documento n° 25 "Il Signor Dottore Bertolini ha proposto un sistema di bagni medicati da introdurre nello Spedale e da confezionarsi ad economia"

Documento n° 26: "... tale Macchina (elettrica) potrebbe riuscire di vantaggio applicandola ai ricoverati stupidi... "

Documento n° 27: "... circa li mezzi di repressione dei ricoverati e loro riforma, ... trovarsi le così dette manette in stato di poter far del male e cagionare quindi delle ulcere ai ricoverati.."

1832

Si sta formando la nuova biblioteca dell'Ospedale con acquisto di libri e abbonamenti a riviste, il dottor Bertolini stampa un'opera molto apprezzata, così anche il farmacista dottor Giordano pubblica un trattato di farmacia. Un benefattore regala le opere di San Giovanni Crisostomo che vengono utilizzate per una lotteria.

Documento n° 28: "Si è riferito essere utile e conveniente al Regio Spedale l'abbonamento al giornale de la Societé de Phrenologie" ... per la cura dei ricoverati"

Documento n° 29: ".. il numero dei ricoverati a 347, cioè maschi 204 femmine 143.. ; offerta fatta all'Amministrazione dal signor dottore Bertolini del suo prospetto Statistico Clinico Psichiatrico con classificazione dei Ricoverati del Regio Manicomio stampato dal Ghiringhello ..."

Documento n° 30: "Dal Signor Antonio Giordano Farmacista dell'Ospedale si è rassegnato all'Amministrazione il trattato di farmacia da lui dato in luce"

Documento n° 31: "... si è data notizia del dono fatto da un ignoto Benefattore delle opere di S. Gioanni Crisostomo in tredici volumi in folio. Quindi avvisando la Regia Direzione ai mezzi pei quali si possa trarre miglior partito dell'Opera donata, ha deliberato di adottare il mezzo della lotteria privata.. "

1833

In seguito alla minaccia del Colera, la Città di Torino chiede di utilizzare i locali già costruiti come lazzaretto.

Per evitare il pericolo di tale occupazione, la Direzione stabilisce di alloggiare in questi locali 40 malati, scelti tra i più tranquilli, durante la notte: di giorno si recavano nel vecchio ospedale attraverso un sottopassaggio. Il Governo chiede di affittare una delle ali dell'edificio per alloggiarvi delle truppe, ma anche questo rischio fu evitato.

Documento n° 32: "Traslocazione di alcuni malati nel nuovo Spedale"

1834

Dopo un'inchiesta sull'operato del Talucchi e della Direzione, condotta dall'ing.Mosca, che  si conclude favorevolmente, il Re ordina la sospensione dei lavori fino a quando non si fossero raccolti i mezzi necessari e suggerisce di visitare e studiare alcuni tra i piu' noti manicomi d'Italia e di Francia. 

Il Talucchi ed il Medico Primario Bertolini vengono designati dall'Amministrazione per tali visite.

 La richiesta da parte dell'Autorità Militare di occupare il nuovo edificio fa sì che i lavori vengono attuati sollecitamente, per poter occupare metà del fabbricato con i malati, lasciando ai Militari il vecchio Ospedale: il trasloco dal vecchio al nuovo Manicomio viene attuato sotto la sorveglianza di una apposita Commissione. 

Il Re Carlo Alberto visita il nuovo edificio, accompagnato dal celebre alienista francese Esquirol. Il Re esprime la sua soddisfazione autorizzando la prosecuzione dei lavori ed aumentando la pensione dei ricoverati poveri da L.200 a L.225 annue.

Documento n° 33: "... la notizia della designazione fatta da S.M. dei signori Cavaliere Talucchi e Medico Primario Bertolini per l'ispezione dei vari stabilimenti di Francia destinati al ricovero dei Mentecatti ...

Documento n° 34: "... relazione sullo stato dell'Ospedale ... entrati quattro, morto uno, escito uno, ed il numero attuale dei ricoverati 344, uomini 200, donne 144. .... lasciò il Ministro travedere l'intenzione del Governo di far occupare l'attuale fabbricato da un Corpo delle Regie Truppe... "

Documento n° 35: "... nuovo Edifizio che il Re degnasi qualificare siccome meglio atto, più degno e più salubre che non fosse il vecchio Manicomio... "

Il 13 maggio 1834 il Re Carlo Alberto, accompagnato dal celebre psichiatra francese Esquirol,  inaugurava il nuovo manicomio. Dalla Gazzetta Piemontese  di giovedì 15 maggio 1834: “Solenne pel Regio Manicomio, sacro, memorando sarà d'ora innanzi il giorno decimo terzo di maggio, giorno segnato con fausti evenimenti, e con altrettanti trionfi; giorno faustissimo, che fissa l'epoca della progressiva prosperità e gloria dei pio Stabilimento.  Si degnò il R. Sovrano (... ) di recarsi in sul mattino a visitare il grande Edifizio intrapreso nel 1828 sotto l'egida dell'ottimo Re Carlo Felice suo Predecessore (... ). Ne dimostrò tutta la soddisfazione; ne fece di più al dipartirsene assicurare a voce li Condirettori dal (... ) Primo Segretario di Stato ivi presente; e non pago di ciò volle, che il medesimo manifestasse per iscritto nel giorno istesso al R. Ispettore li sovrani suoi encomií pel caritatevole pietoso zelo, con cui la R. Direzione adopra a pró degli sventurati commesso alle di lei sollecite cure. Vi capitò quella mattina istessa il Cavalier Esquirol, antico Ispettore Generale della Università di Francia, Clinico Psichiatrico, membro dell'istituto, e della Accademia Reale di Medicina, Medico Primario dei Manicomio di Charenton, autore di molte opere interessanti, specialmente sulle alienazioni mentali, di fama Europea, trovatosi qui di passaggio per ritornare in patria venendo dall'Italia, ove visitò tutti li Manicomi, il quale disse che questo di Torino poteva gareggiare con quello di Reggio, da lui giudicato come il migliore degli altri, ed ebbe l'onore di trattenersi con S. M. in discorsi analoghi (   ... )".

 

1835

Scoppia l'epidemia di colera,  la Direzione emana norme rigidissime per l'isolamento dell'Ospedale.

1836

Nasce il primo Centro Sociale : il dottor Bertolini attua

(Documento n° 36)

"una specie di radunanze fra i pensionari mentecatti, onde trattenerli per la cura morale, in cose di letteratura, letture, lavori di agricoltura, e farli travagliare nel giardino".

L'Amministrazione gli mette a disposizione

"l'alloggio gia' occupato dall'Economo, onde stabilire le adunanze ricreative proposte, e quella parte del giardino che credera' piu' confacente".

 

Essendo stata decretata una generale riforma di tutte le Opere Pie, anche la Direzione del Regio Ospedale viene invitata a formare un nuovo regolamento, con una netta separazione tra Ospedale e Confraternita; la Direzione istituisce una propria Commissione che     indugia eccessivamente ad eseguire l'ordine ricevuto, per cui il Re affida la stesura del nuovo regolamento ad una speciale giunta composta da dieci membri, tra cui il Medico Primario dott.Bertolini.

Il dottor Bonacossa compila una Statistica del Regio Manicomio dall'anno 1830 all'anno 1836.

Documento n° 37: "Il Signor Priore ... lesse una lettera del signor Dottor Bonacossa , Medico Assistente dek Regio Manicomio, a cui va unita una Stampa di Statistica dello Stabilimento... "

1837

Viene trasmessa alla Confraternita la parte di regolamento riguardante i rapporti tra i due Enti. La Confraternita respinge il regolamento proposto, asserendo che sarebbe stata privata di tutti i suoi beni ed invocando i diritti e privilegi concessi in passato. La Giunta, col consenso del Sovrano, cancella la parte del regolamento che riguarda la separazione tra Confraternita ed Ospedale, lasciando insoluta la questione. 

Il Re Carlo Alberto, con Regio Decreto del 20 maggio, approva il nuovo Regolamento, che resterà in vigore fino al 1909.

Successivamente, con Regio Biglietto, viene nominata la nuova Amministrazione. Le condizioni finanziarie dell'Opera Pia erano misere, poiché nella costruzione del nuovo edificio si era esaurita ogni disponibilità: le spese del vitto e del vestiario sono gravose, tanto che il Re fa inviare all'Ospedale la biancheria messa fuori uso dalla Corte.

Documento n° 38: "Copia di lettera diretta alla Regia Direzione del Manicomio di Torino dall'Ill.mo Signor Vicario Conservatore in data 6 giugno 1837. ...mi vennero trasmesse le Regie Patenti ... colle quali S.M. degnossi approvare un nuovo Regolamento per l'Amministrazione di cotesto Regio Manicomio.... "

Documento n° 39: il Re Carlo Alberto approva il Regolamento per l'Amministrazione del Regio Manicomio di Torino, 

Documento n° 40: "Regolamento per l'Amministrazione del Regio Manicomio di Torino" , frontespizio.

Documento n° 41 "Istruzioni pel maneggio interno del Regio Manicomio di Torino" , frontespizio.

1838

Il dottor Bonacossa visita i manicomi di Lione, Parigi.Rouen e Caen in Francia, quelli di Londra, Rotterdam, Anversa, Bruxelles, Ginevra e Milano, prendendo contatti diretti con scienziati e psichiatri di ogni parte d'Europa. Assume la Direzione Tecnica del nuovo Manicomio.

Documento n° 42: "... Sua Eccellenza il Ministro degli Interni non sarebbe stato in grado di porre a disposizione la somma di lire 900 per coadiuvare il viaggio all'estero del Signor Medico Bonacossa, avere una tal somma ottenuta dalla Grazia Sovrana ..."

Documento n° 43: "... avendo messo a disposizione del Signor Medico Bonacossa la somma di lire Novecento state donate da S.M. perchè avesse a fare un viaggio per visitare all'Estero i ricoveri dei Mentecatti ed essendo d'altronde egli disposto di sovvenire in proprio alla maggior spesa all'uopo necessaria, ha chiesto autorizzarsi il medesimo ad intraprendere il detto viaggio ..."

Documento n° 44: "Si è letta una lettera scritta da Roen dal Sig. Dott: Bonacossa alla Direzione con cui la ragguaglia delle diverse osservazioni da esso fatte intorno ai vari stabilimenti di maniaci da esso visitati in Francia ..."

Documento n° 45: "... si è data lettura di una lettera del Sig.Dottore Bonacossa  colla quale fece l'offerta alla Regia Direzione di varie copie della di lui opera ... portante il titolo di narrazione sullo stato dei mentecatti e degli ospedali di vari paesi d'Europa..."

1842

Malgrado l'ultimazione del nuovo Ospedale, continua l'assillante questione dell'affollamento: l'Amministrazione presenta alla Segreteria di Stato una relazione per ottenere i mezzi necessari all'ampliamento.

Il Dottor Bonacossa viene nominato Medico Primario del Regio Manicomio di Torino, al posto del dottor Bertolini

 Viene assunto come Medico Ordinario il dottor Michelangelo Porporati, che sarà più tardi il  primo Medico Primario dell'Ospedale di Collegno.

Documento n° 46: "... relativamente alla persona del Signor Medico  Cipriano Bertolini, essere urgente assai che essa (la Regia Direzione) provveda alla elezione di un nuovo Medico Primario dello Stabilimento, ... di prescegliere a tale ufficio il Signor Dottore Giovanni Stefano Bonacossa, attuale Medico Ordinario dello Stabilimento... "

Documento n° 47: "Nota dei Signori Dottori aspiranti al posto di Medico Ordinario del Regio Manicomio di Torino"

Documento n° 48: "Il dottore  Porporati Michelangelo, laureato nel 1838, di carattere dolce e modesto, di ingegno profondo... "

Documento n° 49: "... tale maggioranza si verificò finalmente nella persona del Signor Dottore Michelangelo Porporati, il quale fu conseguentemente dalla Regia Direzione proclamato a Medico in secondo del Regio Manicomio... "

Documento n° 50: "Progetto d'Orario per il Regio Manicomio di Torino"

Documento n° 51: "Il signor Medico Primario ... propone l'introduzione di una scuola di canto, con qual mezzo egli si ripromette di poter recare un qualche alleviamento allo stato dei Ricoverati ..."

1845

Il Re Carlo Alberto compie una seconda visita al Manicomio, esprimendo il suo gradimento "per il lodevole modo con cui era tenuto il pio Stabilimento"; il Governo decide di elevare la retta dei poveri a L.260 annue.

1848

La Direzione del R.Manicomio di Torino, per la prima volta in Italia, chiede che venga istituita una cattedra per l'insegnamento della psichiatria  In Inghilterra l'insegnamento della psichiatria era iniziato nel 1758, in Germania nel 1800, in Francia nel 1817.

Documento n° 52: "... onde attivare una Scuola delle malattie mentali nel Regio Manicomio... "

1850

La cattedra di Psichiatria viene  affidata al dottor Bonacossa, che la tenne fino alla morte, nel 1878.Innumerevoli furono i suoi scritti e le sue pubblicazioni.

Documento n° 53: "Si è dato lettura di una lettera del Signor Ministro dell'istruzione pubblica colla quale annunzia alla Regia Direzione avere S.M. approvato un Regolamento per gli studi Medico Chirurgici della Regia Università, col quale stabilì che si debba fare nello Stabilimento un Corso di Clinica delle Malattie Mentali sotto la Direzione del Signor Medico Primario ..."

Documento n° 54: "... il numero totale dei ricoverati  479, maschi 259, donne 220. Gli entrati due, usciti tre, morti sei. ... si sono letti i seguenti capi di avvertenze da osservarsi nel Corso di Clinica delle Malattie Mentali ... nel Regio Manicomio di Torino.. "

1851

In una relazione del Direttore si propone la costruzione di un nuovo ospedale, poiché il numero dei ricoverati in pochi anni ha superato i 500, mentre la capacità dei locali è di soli 400. In questa relazione si sostiene che il locale più idoneo potrebbe essere  quello della Certosa di Collegno.

Vengono proposte varie soluzioni, tra cui Villa Cristina a Savonera ed altri locali a Rivalta.

Documento n° 55: "Progetto per una Casa di Sanità succursale del Regio Manicomio... incaricare il Consiglio Superiore di Sanità di esplorare tanto la salubrità della posizione della Villa Cristina quanto se possa adattarsi a Stabilimento di Manicomio per le persone facoltose..."

Documento n° 56: "... un ampio locale sito a Rivalta ... in surrogazione di quello di Villa Cristina al quale si rinunziò pel timore di aria malsana"

1852

La voce che circola in città, dell'intenzione di trasportare tutto il Manicomio a Collegno, viene raccolta dai giornali. La Direzione interpella il Ministero per sapere se detta voce corrisponde a verità: viene risposto che non era stato ancora stabilito nulla, ma le vengono trasmesse ufficiosamente le planimetrie della Certosa. L'Amministrazione, esaminate le planimetrie, si dichiara favorevole all'acquisto della Certosa dai Padri Certosini.  I Certosini, temendo la ventilata soppressione delle corporazioni religiose, offrono al Governo l'occupazione gratuita temporanea di una parte del loro Convento, per sfollare il Manicomio di Torino, la cui situazione, in una relazione del Medico Primario, sta diventando sempre più pericolosa a causa del sovraffollamento. L'Amministrazione  accetta la proposta con entusiasmo. A causa della clausura vigente nel convento, si decide di trasferirvi i ricoverati maschi e tranquilli, affidati al Medico Ordinario dott. Porporati. Viene effettuata, malgrado difficoltà e resistenze da parte dei Padri Certosini che avevano intuito l'intenzione di una occupazione definitiva, l'occupazione stabilita e viene approvato il "Regolamento per la succursale di Collegno".

Documento n° 57: "Schiarimenti avuti dal Signor Ministro degli Interni sulla traslocazione del Manicomio a Collegno e nomina di una Commissione in proposito"

Documento n° 58: "Relazione sulla traslocazione del Regio Manicomio alla Certosa di Collegno"

Documento n° 59: "Offerta fatta dai Padri Certosini d'una parte del loro Convento per Succursale del Manicomio"

Documento n° 60: "Succursale di Collegno. Nuove condizioni proposte dai Padri Certosini e definitiva accettazione per parte della Regia Direzione" 

1853

Il Governo, preoccupato per una nuova epidemia di colera, con una nota firmata da Urbano Rattazzi, comunica alla Direzione la decisione di far occupare la Certosa per gravi motivi di salute pubblica e la invita a prenderne immediato possesso. Appena effettuato il trasloco da Torino di parte delle donne, viene affidato al Medico Primario dott. Bonacossa l'incarico di presentare un completo progetto per "l'erezione di un Manicomio che onori il paese e sia capace ed adatto alle esigenze tutte".

Documento n° 61: "Progetto di Regolamento per il Manicomio Succursale di Collegno. Art. 1: il Manicomio Succursale di Collegno è in tutto dipendente dall'Amministrazione di quello di Torino ed i ricoverati nel medesimo sono per ogni riguardo trattati come quelli della Capitale. ......"

Documento n° 62: "Offerta di una Statistica della Succursale di Collegno compilata dal Signor Dottore Porporati"

1854

Il colera provoca numerose vittime sia nell'ospedale di citta' che nella succursale di Collegno. I ricoverati sono 511 (293 a Torino, 218 a Collegno)

Documento n° 63: "Certosa di Collegno, messa a totale disposizione del Manicomio per parte del Governo..."

1855

Viene sancita la soppressione delle Corporazioni religiose, i cui beni vengono amministrati dalla Cassa Ecclesiastica, che subito esige un canone d'affitto da parte del R.Manicomio per la Certosa. La Direzione pertanto inizia le trattative d'acquisto, mediate dall'intervento del Governo, che fissa il prezzo d'acquisto in L.340.000.

1856

Viene stipulato l'atto notarile di cessione: la Certosa di Collegno, con tutti i suoi terreni annessi, entra a far parte del patrimonio dell'Ente. Negli anni successivi, accantonata l'idea di trasferire completamente l'Ospedale da Torino a Collegno, viene incaricato l'ing.Ferrante per elaborare un progetto che permettesse di usufruire dei fabbricati già esistenti e contemporaneamente di costruire nuovi edifici man mano che ce ne fosse la necessità e si possedessero i fondi.

Documento n° 64: "... segnala la presenza di n° 631 di cui 200 nella Succursale, entrati 4, usciti 3, morti 3. Il Signor Presidente riferisce l'esito della pratica riflettente il progettato acquisto della ex Certosa di Collegno sul prezzo stato offerto alla Cassa Ecclesiastica di £ 340.000..."

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