La prima metà dell'ottocento, dalla restaurazione all'unità d'Italia |
1814
Caduto l'Impero Napoleonico, ritorna dalla Sardegna Re Vittorio Emanuele I.
La Confraternita del Sudario inoltra una supplica al Re in cui chiede che venga ad essa restituita l'Amministrazione dell'Ospedale ed il possesso di tutte le sostanze un tempo appartenenti ai due Enti. La supplica è accolta e con R.Biglietto la Confraternita riottiene l'amministrazione dell'Ospedale.
1818
Dati i sempre più gravi problemi di affollamento e di difficoltà a nutrire tale massa di persone da parte di un ospedale senza fondi e senza redditi, Vittorio Emanuele I emana un editto con cui ordina che le Province in cui erano nati i mentecatti poveri devono pagare all'Ospedale le spese del mantenimento (Lire 150 annue per ciascun ricoverato)
1819
La Confraternita del Sudario, rimasta anch'essa priva di qualsiasi mezzo, è aiutata a più riprese dall'Ospedale, che si assume l'obbligo di pagare lo stipendio al Rettore.
A Vittorio Emanuele 1° succede Carlo Felice; viene nominata una nuova Amministrazione del Regio Ospedale dei Pazzerelli.
1823
Gli abitanti delle case di via Figlie dei Militari protestano per la fastidiosa vicinanza dei ricoverati. Dopo alcuni progetti di ampliamento e ristrutturazione del vecchio fabbricato, in considerazione dell'eccessivo affollamento, della necessità di suddividere i malati a seconda del sesso e del tipo di malattia, l'Amministrazione adotta l'unica soluzione possibile, la costruzione di un nuovo grande ospedale.
Viene affidato all'architetto Talucchi, professore nella Regia Universita', l'incarico di redigere un progetto del nuovo edificio
Intanto alcuni ricoverati vengono dimessi, altri pazzarelli chiedono di entrare:
E' agli inizi il metodo di compilazione della storia clinica: L'Amministrazione dell'Ospedale stabilisce che:
"insieme ai documenti generici per l'ammissione, sia anche una relazione del medico e chirurgo che curò e visitò e riconobbe il ricoverando in stato di mania furiosa; la quale indichi il principio, il progresso e stato della malattia e dell'individuo; la probabile causa della malattia stessa, i rimedi dati e i loro effetti, il sentimento di chi ne ebbe la cura e il modo che crede poterlo guarire"
Il Governo decide di elevare la pensione dei mentecatti poveri da L.150 a L.200, da pagarsi per 4/5 dalle Province e per 1/5 dai Comuni di origine.
Con un lungo memoriale, la Direzione sottopone all'approvazione del Sovrano il progetto Talucchi. In questo memoriale per la prima volta si parla di una voce che gia' correva sotto il Governo di Francia, per cui l'Ospedale si dovrebbe trasportare nel fabbricato della Certosa di Collegno, possibilita' in quel momento osteggiata dalla Direzione.
1828
La Citta' di Torino concede un largo quadrilatero di circa 6 giornate di terreno, a nord-ovest della citta', gia' occupato dalle fortificazioni, delimitato dalla via della Consolata, dalla via San Massimo (ora Corso Regina Margherita), dalla via Valdocco e dalla via Giulio. Il Talucchi riconosce il luogo idoneo ed elabora un ulteriore progetto, approvato dal Re Carlo Felice.
Finora i medici in carica erano stati tre, tutti con servizio esterno; l'Amministrazione decide di avere un medico interno, stabile: per la prima volta viene indetto un concorso, procedimento nuovissimo, cui partecipano 7 candidati; viene nominato a medico interno il dottor Benedetto Trompeo. Fanno il loro ingresso in Ospedale, chiamate a presiedere al servizio nel reparto femminile, le Suore della Carita' dell'Ordine di S.Vincenzo. Il dottor Trompeo presenta un progetto "per la medicina domestica" e scrive "sullo stato dei fatui ed epilettici"; si dedica all'organizzazione di tipo ospedaliero, compilando l'orario ed il regolamento per gli infermieri e malati. Attua nella pratica il concetto del lavoro come cura dei malati, decidendo di utilizzare i ricoverati nella costruzione del nuovo ospedale di via Giulio. Si afferma sempre piu' la gestione diretta dei servizi: gia' esistono il forno pane, la sartoria, la calzoleria e la materasseria all'interno, cui sono adibiti anche i ricoverati.
Sempre su proposta del dottor Trompeo l'Amministrazione (che ora si chiamera' Direzione) acquista i nuovi letti per i "furiosi". Il dottor Trompeo pubblica un "Saggio sul Regio Manicomio di Torino con alcuni cenni intorno all'indole ed alla cura delle malattie mentali". Da questo documento si apprende che nell'Istituto, situato ancora in via Figlie dei Militari (ora via S.Domenico) sono ricoverate piu' di 300 persone .Il dottor Trompeo fa adottare dei mezzi contentivi piu' dolci, tendendo alla loro abolizione, combatte l'uso dei salassi nella cura delle alienazioni mentali, elabora un progetto del prof. Hildebrand dell'Universita' di Pavia per l'istituzione di una clinica psichiatrica, trasmesso dalla Direzione alla Segreteria di Stato.
1830
I lavori nel nuovo ospedale procedono lentamente per mancanza di fondi; il progetto subisce continue variazioni e di conseguenza aumenta il preventivo di spesa.
E' nominato Medico Primario il dottor Cipriano Bertolini. La nuova pianta organica prevede un primario, un aiuto ed un Chirurgo, tutti interni.
Viene assunto come Medico Assistente, sotto la direzione del dottor Bertolini, il dottor Giovanni Stefano Bonacossa, che sara' Primario per 32 anni. Sono trasmesse norme per l'ammissione dei ricoverati a tutti i medici della Provincia e norme per il loro rilascio.
Il dottor Cipriano Bertolini nel periodo in cui fu direttore del Regio Ospedale attuò numerose iniziative a favore dei ricoverati, tra cui un nuovo sistema di "bagni medicati", l'esperimento "del ghiaccio", una non meglio precisata "machina elettrica".
Il dottor Bertolini scrive anche"sulla riforma delle manette ai ricoverati e sulla precauzione nell'ammessione degli stessi". Ci da' notizie del trasloco nel nuovo ospedale dei primi 20 ricoverati. Inizia la pubblicazione di un prospetto statistico-psichiatrico e tenta una classificazione dei ricoverati secondo i nuovi indirizzi (siamo ai tempi di Esquirol).
Si sta formando la nuova biblioteca dell'Ospedale con acquisto di libri e abbonamenti a riviste, il dottor Bertolini stampa un'opera molto apprezzata, così anche il farmacista dottor Giordano pubblica un trattato di farmacia. Un benefattore regala le opere di San Giovanni Crisostomo che vengono utilizzate per una lotteria.
1833
In seguito alla minaccia del Colera, la Città di Torino chiede di utilizzare i locali già costruiti come lazzaretto.
Per evitare il pericolo di tale occupazione, la Direzione stabilisce di alloggiare in questi locali 40 malati, scelti tra i più tranquilli, durante la notte: di giorno si recavano nel vecchio ospedale attraverso un sottopassaggio. Il Governo chiede di affittare una delle ali dell'edificio per alloggiarvi delle truppe, ma anche questo rischio fu evitato.
Documento n° 32: "Traslocazione di alcuni malati nel nuovo Spedale"
1834
Dopo un'inchiesta sull'operato del Talucchi e della Direzione, condotta dall'ing.Mosca, che si conclude favorevolmente, il Re ordina la sospensione dei lavori fino a quando non si fossero raccolti i mezzi necessari e suggerisce di visitare e studiare alcuni tra i piu' noti manicomi d'Italia e di Francia.
Il Talucchi ed il Medico Primario Bertolini vengono designati dall'Amministrazione per tali visite.
La richiesta da parte dell'Autorità Militare di occupare il nuovo edificio fa sì che i lavori vengono attuati sollecitamente, per poter occupare metà del fabbricato con i malati, lasciando ai Militari il vecchio Ospedale: il trasloco dal vecchio al nuovo Manicomio viene attuato sotto la sorveglianza di una apposita Commissione.
Il Re Carlo Alberto visita il nuovo edificio, accompagnato dal celebre alienista francese Esquirol. Il Re esprime la sua soddisfazione autorizzando la prosecuzione dei lavori ed aumentando la pensione dei ricoverati poveri da L.200 a L.225 annue.
Il 13 maggio 1834 il Re Carlo Alberto, accompagnato dal celebre psichiatra francese Esquirol, inaugurava il nuovo manicomio. Dalla Gazzetta Piemontese di giovedì 15 maggio 1834: “Solenne pel Regio Manicomio, sacro, memorando sarà d'ora innanzi il giorno decimo terzo di maggio, giorno segnato con fausti evenimenti, e con altrettanti trionfi; giorno faustissimo, che fissa l'epoca della progressiva prosperità e gloria dei pio Stabilimento. Si degnò il R. Sovrano (... ) di recarsi in sul mattino a visitare il grande Edifizio intrapreso nel 1828 sotto l'egida dell'ottimo Re Carlo Felice suo Predecessore (... ). Ne dimostrò tutta la soddisfazione; ne fece di più al dipartirsene assicurare a voce li Condirettori dal (... ) Primo Segretario di Stato ivi presente; e non pago di ciò volle, che il medesimo manifestasse per iscritto nel giorno istesso al R. Ispettore li sovrani suoi encomií pel caritatevole pietoso zelo, con cui la R. Direzione adopra a pró degli sventurati commesso alle di lei sollecite cure. Vi capitò quella mattina istessa il Cavalier Esquirol, antico Ispettore Generale della Università di Francia, Clinico Psichiatrico, membro dell'istituto, e della Accademia Reale di Medicina, Medico Primario dei Manicomio di Charenton, autore di molte opere interessanti, specialmente sulle alienazioni mentali, di fama Europea, trovatosi qui di passaggio per ritornare in patria venendo dall'Italia, ove visitò tutti li Manicomi, il quale disse che questo di Torino poteva gareggiare con quello di Reggio, da lui giudicato come il migliore degli altri, ed ebbe l'onore di trattenersi con S. M. in discorsi analoghi ( ... )".
1835
Scoppia l'epidemia di colera, la Direzione emana norme rigidissime per l'isolamento dell'Ospedale.
1836
Nasce il primo Centro Sociale : il dottor Bertolini attua
L'Amministrazione gli mette a disposizione
Essendo stata decretata una generale riforma di tutte le Opere Pie, anche la Direzione del Regio Ospedale viene invitata a formare un nuovo regolamento, con una netta separazione tra Ospedale e Confraternita; la Direzione istituisce una propria Commissione che indugia eccessivamente ad eseguire l'ordine ricevuto, per cui il Re affida la stesura del nuovo regolamento ad una speciale giunta composta da dieci membri, tra cui il Medico Primario dott.Bertolini.
Il dottor Bonacossa compila una Statistica del Regio Manicomio dall'anno 1830 all'anno 1836.
1837
Viene trasmessa alla Confraternita la parte di regolamento riguardante i rapporti tra i due Enti. La Confraternita respinge il regolamento proposto, asserendo che sarebbe stata privata di tutti i suoi beni ed invocando i diritti e privilegi concessi in passato. La Giunta, col consenso del Sovrano, cancella la parte del regolamento che riguarda la separazione tra Confraternita ed Ospedale, lasciando insoluta la questione.
Il Re Carlo Alberto, con Regio Decreto del 20 maggio, approva il nuovo Regolamento, che resterà in vigore fino al 1909.
Successivamente, con Regio Biglietto, viene nominata la nuova Amministrazione. Le condizioni finanziarie dell'Opera Pia erano misere, poiché nella costruzione del nuovo edificio si era esaurita ogni disponibilità: le spese del vitto e del vestiario sono gravose, tanto che il Re fa inviare all'Ospedale la biancheria messa fuori uso dalla Corte.
Documento n° 40: "Regolamento per l'Amministrazione del Regio Manicomio di Torino" , frontespizio.
Documento n° 41 "Istruzioni pel maneggio interno del Regio Manicomio di Torino" , frontespizio.
1838
Il dottor Bonacossa visita i manicomi di Lione, Parigi.Rouen e Caen in Francia, quelli di Londra, Rotterdam, Anversa, Bruxelles, Ginevra e Milano, prendendo contatti diretti con scienziati e psichiatri di ogni parte d'Europa. Assume la Direzione Tecnica del nuovo Manicomio.
1842
Malgrado l'ultimazione del nuovo Ospedale, continua l'assillante questione dell'affollamento: l'Amministrazione presenta alla Segreteria di Stato una relazione per ottenere i mezzi necessari all'ampliamento.
Il Dottor Bonacossa viene nominato Medico Primario del Regio Manicomio di Torino, al posto del dottor Bertolini
Viene assunto come Medico Ordinario il dottor Michelangelo Porporati, che sarà più tardi il primo Medico Primario dell'Ospedale di Collegno.
Documento n° 50: "Progetto d'Orario per il Regio Manicomio di Torino"
1845
Il Re Carlo Alberto compie una seconda visita al Manicomio, esprimendo il suo gradimento "per il lodevole modo con cui era tenuto il pio Stabilimento"; il Governo decide di elevare la retta dei poveri a L.260 annue.
La Direzione del R.Manicomio di Torino, per la prima volta in Italia, chiede che venga istituita una cattedra per l'insegnamento della psichiatria In Inghilterra l'insegnamento della psichiatria era iniziato nel 1758, in Germania nel 1800, in Francia nel 1817.
Documento n° 52: "... onde attivare una Scuola delle malattie mentali nel Regio Manicomio... "
1850
La cattedra di Psichiatria viene affidata al dottor Bonacossa, che la tenne fino alla morte, nel 1878.Innumerevoli furono i suoi scritti e le sue pubblicazioni.
1851
In una relazione del Direttore si propone la costruzione di un nuovo ospedale, poiché il numero dei ricoverati in pochi anni ha superato i 500, mentre la capacità dei locali è di soli 400. In questa relazione si sostiene che il locale più idoneo potrebbe essere quello della Certosa di Collegno.
Vengono proposte varie soluzioni, tra cui Villa Cristina a Savonera ed altri locali a Rivalta.
Documento n° 56: "... un ampio locale sito a Rivalta ... in surrogazione di quello di Villa Cristina al quale si rinunziò pel timore di aria malsana"
1852
La voce che circola in città, dell'intenzione di trasportare tutto il Manicomio a Collegno, viene raccolta dai giornali. La Direzione interpella il Ministero per sapere se detta voce corrisponde a verità: viene risposto che non era stato ancora stabilito nulla, ma le vengono trasmesse ufficiosamente le planimetrie della Certosa. L'Amministrazione, esaminate le planimetrie, si dichiara favorevole all'acquisto della Certosa dai Padri Certosini. I Certosini, temendo la ventilata soppressione delle corporazioni religiose, offrono al Governo l'occupazione gratuita temporanea di una parte del loro Convento, per sfollare il Manicomio di Torino, la cui situazione, in una relazione del Medico Primario, sta diventando sempre più pericolosa a causa del sovraffollamento. L'Amministrazione accetta la proposta con entusiasmo. A causa della clausura vigente nel convento, si decide di trasferirvi i ricoverati maschi e tranquilli, affidati al Medico Ordinario dott. Porporati. Viene effettuata, malgrado difficoltà e resistenze da parte dei Padri Certosini che avevano intuito l'intenzione di una occupazione definitiva, l'occupazione stabilita e viene approvato il "Regolamento per la succursale di Collegno".
Documento n° 58: "Relazione sulla traslocazione del Regio Manicomio alla Certosa di Collegno"
Il Governo, preoccupato per una nuova epidemia di colera, con una nota firmata da Urbano Rattazzi, comunica alla Direzione la decisione di far occupare la Certosa per gravi motivi di salute pubblica e la invita a prenderne immediato possesso. Appena effettuato il trasloco da Torino di parte delle donne, viene affidato al Medico Primario dott. Bonacossa l'incarico di presentare un completo progetto per "l'erezione di un Manicomio che onori il paese e sia capace ed adatto alle esigenze tutte".
1854
Il colera provoca numerose vittime sia nell'ospedale di citta' che nella succursale di Collegno. I ricoverati sono 511 (293 a Torino, 218 a Collegno)
1855
Viene sancita la soppressione delle Corporazioni religiose, i cui beni vengono amministrati dalla Cassa Ecclesiastica, che subito esige un canone d'affitto da parte del R.Manicomio per la Certosa. La Direzione pertanto inizia le trattative d'acquisto, mediate dall'intervento del Governo, che fissa il prezzo d'acquisto in L.340.000.
Viene stipulato l'atto notarile di cessione: la Certosa di Collegno, con tutti i suoi terreni annessi, entra a far parte del patrimonio dell'Ente. Negli anni successivi, accantonata l'idea di trasferire completamente l'Ospedale da Torino a Collegno, viene incaricato l'ing.Ferrante per elaborare un progetto che permettesse di usufruire dei fabbricati già esistenti e contemporaneamente di costruire nuovi edifici man mano che ce ne fosse la necessità e si possedessero i fondi.